Veleggiare, spingersi oltre Scilla e Cariddi, lungo le coste mitologiche del Mar Tirreno; verso settentrione, nei luoghi vissuti da Ulisse e Circe, fino a Napoli, in quel golfo meraviglioso, che incornicia la montagna fumante.
Da un vulcano all’altro, dall’Etna al Vesuvio. Una traversata che ci riporta al viaggio di Ierone I di Siracusa verso quella Cuma che aveva bisogno di aiuto nel 474 a.C.
Dalla Sicilia alla Campania, per ricordare un mondo greco che ha costruito un atlante di costellazioni immaginifiche fatte di porti, città, templi e teatri, sentirsi e sorgenti sacre, mettendo le basi per creare un’identità collettiva di cui oggi siamo discendenti.
Marenostrum Dike, è il nome di questa nave che vivrà il viaggio. L’Archeoclub d’Italia la porterà per i mari del Mediterraneo, per evocare, celebrare, testimoniare il valore della cultura mediterranea, per sottolineare i valori della legalità, della solidarietà, dell’inclusione, del rispetto del mare e del suo tesoro nascosto.
Dopo aver operato per seminare morte e disperazione, in mano a scafisti senza scrupoli, dopo essere stata requisita dalla Guardia di Finanza, e concessa dal Tribunale di Ragusa all’Archeoclub d’Italia, è venuto il momento di invertire la rotta. In un mare che è il teatro di ingiustizie e disperazioni, che vive contraddizioni e criticità perché non riesce a dare dignità e legalità ai viaggi della speranza di tanti nomi e donne provenienti dai confini del mondo, è venuto il momento di esserci, di testimoniare, di raccontare.
La nave ospiterà una gioventù itinerante, piccoli uomini che vivono la diversità, l’emarginazione, la solitudine, per loro si ripercorrano le antiche rotte del mare, quelle dei primi micenei, quelle di Dedalo e Ulisse, quelle solcate dai soldati Cartaginesi e Romani, da quelle popolazioni che hanno reso una parte di questo Paese Italia la Magna Grecia. Le rotte commerciali delle città marinare, degli spagnoli e dei Francesi, lungo un’Italia meravigliosa.
L’idea è quella di riscoprire, di svelare, di rigenerare non solo la memoria ma anche la voglia di essere utili per gli ultimi, perché solo attraverso l’esperienza della reciprocità si può vivere altre forme di felicità, dentro nuove modalità di bellezza.
All’evento partecipano istituzioni, associazioni, cittadini per dare un contributo. Tra questi il Presidente dell’Assemblea Regionale della Sicilia, Gaetano Galvagno, che ha creduto da subito a questa iniziativa che torna presto in Sicilia per celebrare la giornata dedicata alle vittime della Mafia a Palermo a maggio per onorare Falcone, Borsellino e le loro scorte. Non solo: torna per raccontare ai giovani e meno giovani la figura di Sebastiano Tusa, per far scoprire le bellezze dei porti e dei mercati come descrive poeticamente Kostantino Kavafis nella poesia Itaca. Un viaggio circolare come quello di Ulisse che parte e ritorna per poi partire, un viaggio carico di regali preziosi per incontrare, per narrare per celebrare la nostra storia.
Alle 9.30, nel molo di Levante al porto di Catania, all’interno del NIC, si festeggia la prima partenza, la prima avventura con un equipaggio speciale come gli “argonauti”. Verso il vello d’oro. Saranno in tanti a salutare questo momento solenne e misterioso. L’Archeoclub, le sue sedi, i suoi volontari, la Direzione Nazionale e il suo Consiglio, con il suo Presidente, Rosario Santanastasio, sono i protagonisti di questa nuova avventura per l’associazione con l’associazione.
Cultura e legalità parole che sanno di retorica che usano i politici e i preti per riempirsi la bocca