Richiesta di maggiore rispetto per se stessi e per tutte le componenti del calcio, stretta sui maxi recuperi congrui con il tempo perso ma soprattutto massima fermezza contro il razzismo.
A pochi giorni dal via dei campionati di A e B la classe arbitrale annuncia una svolta e svela i principi della `mission´ che caratterizzerà la prossima stagione. Dopo la settimana di ritiro umbro di Cascia (Perugia), il designatore Gianluca Rocchi, ha parlato agli arbitri e assistenti prima del rompete le righe e ha lanciato un messaggio molto chiaro proprio sui cori razzisti allo stadio, che hanno creato diversi problemi nella scorsa stagione di campionato. «Non possiamo più accettare certi comportamenti. Faremo un annuncio ma al tempo stesso fermeremo la partita perché dobbiamo dare un messaggio a tutti che certi comportamenti su un campo di calcio non sono più accettabili. E gli arbitri devono essere i primi consapevoli che questo tema va assolutamente combattuto fin da subito. Non posso accettare che gli arbitri non siano sensibili su queste cose», ha dichiarato Rocchi al termine del raduno in cui ha fatto un bilancio generale in vista del `fischio d’inizio´.
Tolleranza zero dunque per i direttori di gara che, al primo cenno di razzismo e al primo coro discriminatorio, dovranno fermare la gara contemporaneamente alla diffusione dell’annuncio all’altoparlante. Non viceversa dunque, come si registra finora. Il tempo dello stop dovrebbe essere breve ma per gli arbitri è fondamentale il messaggio che vuole essere dato subito. L’obiettivo è agire infatti in maniera preventiva.
Rocchi ha puntato l’attenzione anche sul rispetto verso gli arbitri («Saremo molto seri sulle proteste, non vogliamo più certi comportamenti e mi auguro che i ragazzi abbiano a cuore la loro immagine»), principio su cui ha posto l’accento anche il presidente dell’Aia, Carlo Pacifici: «Il messaggio che voglio mandare a tutti è quello del rispetto, di noi stessi, degli altri e delle regole. È il nostro compito. Siamo determinati a portare avanti questo concetto che è indispensabile nel bene del calcio».
Altro aspetto su cui gli arbitri sono chiamati a lavorare con attenzione è quello della gestione del tempo effettivo. «I direttori di gara devono essere bravi a limitare e limare tutte le perdite di tempo inutili, lavorare sui tempi morti e convincere i giocatori a non perdere tempo», ha spiegato Rocchi. Ovviamente non si assisterà a un recupero zero perchè qualcosa accade sempre nel corso di un match ma non si dovrebbe più assistere a quegli extra-time che, soprattutto dopo il trend lanciato ai Mondiali in Qatar, si sono registrati sui campi dei principali campionati europei.
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