Un processo ad alto tasso di tecnologia ha portato all’assoluzione di 3 imputati da parte dei giudici della Corte di Assise di Caltanissetta. Nicola Liardo, il figlio Giuseppe Liardo e Salvatore “Toni” Raniolo sono stati scagionati dall’accusa dell’omicidio del tassista Domenico ‘Mimmo’ Sequino.
Per i giudici della Corte nissena non ci sono elementi concreti per collegare i tre all’omicidio portato a termine a Gela il 17 dicembre 2015 in pieno centro storico, a pochi passi dalla Chiesa Madre. Secondo una ipotesi investigativa, l’ordine di uccidere Sequino sarebbe partito dal carcere, dove era recluso Nicola Liardo.
Le intercettazioni dei video-colloqui in carcere tra i Liardo erano state portate come “prova regina” di un lungo processo. Le difese sin dall’inizio hanno sostenuto la totale innocenze dei propri assistiti. I legali degli imputati, avvocati Giacomo Ventura, Flavio Sinatra, Davide Limoncello e Antonio Gagliano, con il il supporto del perito fonico forense Gabriele Pitzianti, hanno dotato l’aula dibattimentale di una strumentazione tecnologica che ha consentito alle parti interessate l’ascolto simultaneo in cuffia. I giudice della Corte, il pubblico ministero e i legali hanno potuto così seguire la registrazione. Attraverso l’integrazione di una elaborata perizia fonica la difesa ha sostenuto l’assenza e l’incompatibilità tecnica della frase chiave attribuita a Liardo. Anche i periti nominati dalla Corte hanno confermato l’assenza delle frasi.