Usa, 37 capi di imputazione per Trump: “Avrebbe rivelato piani militari segreti. Rischia fino a 20 anni di carcere”

Usa, 37 capi di imputazione per Trump: “Avrebbe rivelato piani militari segreti. Rischia fino a 20 anni di carcere”

Trentasette capi di imputazione per avere trattenuto impropriamente documenti segreti, avere ostacolato la giustizia e fornito false dichiarazioni.

La desecretazione delle accuse federali nei confronti di Donald Trump rivela la gravità della vicenda giudiziaria che martedì, a Miami, vedrà l’ex presidente essere formalmente arrestato per la seconda volta. Secondo l’atto d’accusa presentato dal procuratore speciale Jack Smith, che ha guidato l’indagine, Trump avrebbe, tra l’altro, rivelato «piani militari» segreti relativi ad un attacco contro una nazione estera e trattenuto nella sua residenza di Mar-a-Lago anche documenti top secret sulle capacità nucleari di uno Stato straniero.

La vicenda dell’attacco militare potrebbe essere quella relativa all’Iran, emersa egli ultimi giorni e rilanciata in queste ore. Sarebbero state infatti le stesse parole di Donald Trump, registrate in un audio del 2021, a imprimere una svolta all’indagine. «Come presidente avrei potuto declassificarlo, ma ora non posso», sono le parole di Trump registrate su nastro, agli atti dell’indagine. Il riferimento fatto da Trump è a un documento top secret su un possibile attacco all’Iran. Quel documento è ora considerato una delle prove più pesanti a carico di Trump.
La registrazione in questione venne fatta nell’estate del 2021, quando Trump parlò ad alcuni ricercatori che stavano contribuendo alla stesura del libro del suo ex capo dello staff, Mark Meadows. Nell’audio, Trump si lamentava del capo degli Stati maggiori riuniti, il generale Mark Milley, e faceva riferimento a un documento che gli era stato presentato dal Pentagono su un potenziale attacco all’Iran. «E’ altamente confidenziale. Segreto. E’ un’informazione segreta. Guardate, guardate qui…», affermava il tycoon nel mostrare il documento top secret ai suoi interlocutori e raccomandandosi di non farne riferimento nella loro ricerca. «E’ off the record».

L’accelerazione della vicenda, con l’annuncio fatto dallo stesso Trump giovedì sera della sua nuova incriminazione, ha portato il tycoon a licenziare i due legali che lo avevano finora assistito. In un post su Truth l’ex presidente ha annunciato l’uscita di scena di Jim Trusty e John Rowley e l’arrivo di Todd Blanche e di un altro studio legale che verrà annunciato in seguito. In una dichiarazione a Fox News, nel frattempo, il tycoon ha annunciato che martedì intende dichiararsi «non colpevole».

Il Partito repubblicano, con la sua leadership, si è schierato a fianco dell’ex presidente. «E’ una grave ingiustizia», ha detto lo speaker della Camera Kevin McCarthy, mentre per Jim Jordan, presidente della Commissione Giustizia della Camera, si tratta di «Un giorno triste per l’America». Diviso il fronte dei candidati Gop e rivali di Trump per la nomination 2024. Se il governatore della Florida Ron DeSantis, principale sfidante del tycoon, parla di «uso politico della giustizia». L’ex governatore del New Jersey Chris Christie sottolinea che: «Nessuno è al di sopra della legge». Lo stesso fa Asa Hutchinson, ex governatore dell’Arkansas, anche lui candidato, che chiede che Trump si ritiri dalla corsa alla nomination. L’ex vice presidente Mike Pence, anch’egli candidato contro il suo ex boss, aveva invece chiesto la desecretazione dell’atto di accusa, così che gli americani «possano giudicare da soli» se si tratta di un attacco politico o di «qualcosa d’altro».

La Casa Bianca invece non rilascia alcuna dichiarazione. «Non ho nessun commento», ha detto il presidente Joe Biden, precisando di non avere parlato, né di avere intenzione di parlare della vicenda con il ministro della Giustizia Merrick Garland.

In giornata è emersa la notizia che sarà la giudice federale di Miami Aileen Cannon a gestire, almeno inizialmente, il procedimento penale contro l’ex presidente. Si tratta della stessa giudice, nominata dal tycoon quando era presidente, che lo scorso anno emise alcune sentenze a lui favorevoli mostrandosi scettica sull’indagine condotta dal dipartimento di Giustizia. L’assegnazione dell’incarico alla giudice Cannon è una delle poche buone notizie per Trump, che ora rischia fino a 20 anni di carcere.

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