Dopo il voto in Lazio e Lombardia, la premier Giorgia Meloni sceglie il silenzio.
Ancora influenzata, la presidente del Consiglio salta l’appuntamento con la cerimonia per l’anniversario dei Patti Lateranensi.
Ma resta ferma la linea data `a caldo´: una «netta vittoria» che «rafforza il lavoro del Governo». E che rafforza soprattutto la posizione nella colazione di Fratelli d’Italia, risultata primo partito sia nel Lazio – per distacco – che in Lombardia.
Forte anche del risultato, quindi, Meloni oggi sembra lasciare spazio agli alleati, che celebrano la ritrovata unità del centrodestra che vince ma colgono anche l’occasione per rilanciare i propri temi, e incalzare la premier sul programma e sulle prossime scelte dell’esecutivo. «Anche il governo esce più forte da queste elezioni: il voto degli elettori fa giustizia dei tentativi di dividere la nostra coalizione», scrive sui social il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi, pur rivendicando che «all’interno del centro-destra, Forza Italia sia determinante numericamente e politicamente». Il Cavaliere quindi ribadisce quelle che per gli azzurri sono «le battaglie di sempre»: riforma fiscale, semplificazione della burocrazia, riforma della giustizia «in senso garantista», aumento delle pensioni”, è il suo elenco, a cui si aggiunge l’avviso: «Ci vediamo presto per decidere insieme il nostro programma di lavoro».
Al di là delle parole, però, c’è da recuperare completa sintonia in particolare sulla politica estera, dopo le valutazioni `fuori linea´ dello stesso Berlusconi sull’Ucraina. Anche perché in serata arriva la censura da parte del Partito popolare europeo, il cui gruppo europarlamentare «respinge fermamente le dichiarazioni di Silvio Berlusconi sull’Ucraina. Non riflettono la nostra linea politica. La Russia è l’aggressore, l’Ucraina è la vittima. Non cederemo alla narrazione di Putin e l’Ucraina può contare sul nostro pieno sostegno». Il vicepremier e leader della Lega, Matteo Salvini, cerca di minimizzare, anzi «non commento, ognuno è libero di esprimere ragionamenti, poi la politica estera ha un chiaro segno», taglia corto, per poi dirsi «contento per la vittoria del centrodestra, per Giorgia, per Silvio e per Attilio (Fontana, ndr). Si vince sempre insieme, non si vince mai da soli». Anche il segretario del carroccio esalta dunque l’unità ma con una dedica particolare «a quelli che dicono che la Lega è morte e finita. Poi i cittadini votano e i lombardi sono concreti. Il popolo è sovrano, è un bellissimo risultato». Poi `ipoteca´ uno dei prossimi nodi sul tavolo del governo, ovvero il futuro della Rai e un eventuale cambio dei vertici: «C’è da fare una riflessione sul canone, su quanto costa la Rai agli italiani, sui maxi stipendi e sugli agenti esterni», annuncia, e su «una Rai rinnovata» che «prescinde dal risultato elettorale, da Sanremo e dalle polemiche». Tema che si aggiunge a alla partita delle nomine nelle grandi partecipate di Stato che attendono il governo nei prossimi mesi, nella quale saranno decisive le posizioni di forza all’interno della maggioranza.
Posizioni di forza che cambiano anche all’interno dell’opposizione. Il Pd ha tenuto sia nel Lazio che in Lombardia, dove invece sono andati male sia il Movimento 5 Stelle che il terzo polo. L’opinione prevalente tra i dem pare essere quella per cui «M5S e Terzo polo non vinceranno mai niente senza Pd», per citare il candidato alla segreteria Stefano Bonaccini, o che comunque «divisi perdiamo tutti», per dirla con Goffredo Bettini, che ammette: «La situazione sulle alleanze si è molto complicata». Giuseppe Conte, Carlo Calenda e Matteo Renzi non sembrano infatti pronti a riaprire il tavolo del campo largo. Oggi il leader di Italia viva rompe il silenzio e prende atto di un «risultato peggiore delle aspettative», ma si raccomanda: «Nessuna incertezza sul progetto del Terzo Polo. Anzi, ora è il momento di rilanciare», perché il meglio deve ancora venire!«. Sul fonte cinque stelle, invece, la linea di Conte resta quella annunciata ieri sera: oggi il leader M5S «ha lavorato tutta la giornata per la definizione della lista dei coordinatori provinciali del M5S: un ulteriore tassello della nuova struttura territoriale dei pentastellati. La lista è pronta e verrà pubblicata domani mattina sul sito del Movimento 5 Stelle», riportano fonti del M5S. C’è poca voglia di commentare la sconfitta anche tra i parlamentari. «Dobbiamo strutturarci sul territorio e rilanciare i nostri temi. Ripartire da quelli, non dalle alleanze», è il giudizio di una fonte pentastellata, e «dopo le Europee si vedrà». E infatti la sensazione – stando ai rumors del Transatlantico – è che servirà un’altra tornata elettorale, quelle delle europee del prossimo anno appunto, per sciogliere definitivamente nel centrosinistra il rebus alleanze.