[sg_popup id=”8060″ event=”inherit”][/sg_popup]“L’analisi del progetto di CH4 presenta numerose anomalie e criticità sia dal punto di vista procedurale, sia dal punto di vista sostanziale…Lo studio di impatto ambientale, come puntualmente confermato anche dall’Istituto di Ricerca , Sviluppo, Sperimentazione sull’Ambiente e Territorio (IRSSAT), è del tutto carente, approssimativo e non pare tenere conto adeguatamente delle specificità del territorio su cui insiste l’impianto”.
E’ un ricorso, quello presentato al TAR dal Comune di Biancavilla, che prende a picconate il progetto della società CH4 Energy srl con sede a Palermo. La CH4 vuole realizzare in contrada Rinazze, territorio di Biancavilla, un impianto per la produzione di biometano e compost di qualità. Ha già incassato il parere della Commissione tecnica specialistica per le autorizzazioni ambientali. Un altro impianto simile è previsto nella stessa area.
Il Comune di Biancavilla tenta di bloccare la costruzione dell’impianto a partire dalla mancanza del requisito di ‘collegialità’ che ispira provvedimenti del genere. Suona strano che l’assessorato regionale all’Ambiente abbia emesso una autorizzazione prima che si tenesse la conferenza dei servizi, la quale tiene conto della variegata presenza degli “attori” in campo. I legali che agiscono in nome e per conto del Comune di Biancavilla, avvocati Harald Bonura e Giuseppe Meli, citano nel ricorso lo stesso TAR che “…ha affermato il principio secondo cui laddove sia stato individuato nella conferenza di servizi il modulo procedimentale ordinario essenziale alla formazione del successivo titolo abilitativo è illegittimo il parere di compatibilità ambientale espresso al di fuori di tale consesso”.
Il provvedimento, argomentano nel ricorso i legali, è primariamente viziato per il fatto di essersi formato al di fuori della conferenza di servizi.
Il progetto della società CH4 Energy non tiene conto, inoltre, che il progetto ricade in aree agricole di particolare rilevanza dove si producono fichidindia dell’Etna Dop e arance rosse di Sicilia Igp.
“Ciò che fa specie – si legge nel ricorso – è che al riguardo, il parere positivo dell’assessorato regionale al Territorio e Ambiente si limiti a prescrivere una “campagna di indagini” ex post, prendendo atto in tal modo dell’oggettiva lacuna in parte qua della documentazione, sebbene notoriamente l’impatto ambientale debba essere preventivamente analizzato anche tendendo presente l’effetto sul fattore biodiversità e sul patrimonio agroalimentare.
Sulla questione di contrada Rinazze e sul ricorso presentato il Corriere Etneo ha sentito il sindaco di Biancavilla, Antonio Bonanno.