Una nota farmacia di Catania avrebbe avuto la «quasi esclusività» della fornitura di dispositivi medici ed integratori alimentari destinati ai malati terminali.
E’ quanto emerso da un’indagine dei Nas, coordinata dalla Procura catanese, che questa mattina ha portato a 9 misure interdittive nei confronti di altrettante persone: un dirigente medico, un impiegato dell’Asp, un direttore di farmacia, imprenditori nel settore sanitario e informatori del farmaco, un’assistente sociale e un privato. Per tre di loro è scattata per un anno la sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio e per gli altri sei, sempre per un anno, il divieto di esercitare le rispettive professioni e di contrarre con la pubblica amministrazione. I reati ipotizzati, a vario titolo, sono corruzione e rivelazione di segreti d’ufficio.
Nel 2020, la farmacia in questione fatturava all’Asp 645.070 euro, pari al 16% della spesa farmaceutica integrativa sostenuta nella provincia di Catania, ammontante a 4 milioni di euro, mentre la restante spesa era stata ripartita tra le altre 326 farmacie della provincia. Le indagini, condotte tra il 2021 e il 2022, hanno fatto emergere il ruolo dell’impiegato dell’Asp che avrebbe ricevuto beni materiali e la promessa di una somma mensile per gestire le pratiche che gli permettevano «di garantire alla farmacia la quasi esclusività della fornitura di dispositivi medici ed integratori alimentari per cure palliative destinati a malati terminali, limitando la libera scelta di questi ultimi a quel solo esercizio farmaceutico».
I pazienti venivano «impropriamente» contattati per agevolare la gestione della richiesta e quindi la fornitura dei dispositivi medici dalla farmacia che beneficiava di ingenti rimborsi dal Servizio sanitario regionale. Un ruolo determinante avrebbero svolto anche un’assistente sociale – destinataria anche lei del provvedimento interdittivo – che lavorava per conto di associazioni in convenzione con l’Asp. Le indagini dei Nas hanno inoltre condotto a un dirigente medico dell’Asp di Catania che avrebbe prescritto prodotti sanitari privilegiando alcune aziende che, in cambio, lo rifornivano gratuitamente di dispositivi medici da utilizzare per la sua attività ambulatoriale privata, oltre che alla promessa di viaggi.