Contro la nuova e violenta ondata di Covid che in questi giorni sta interessando la Cina, l’Europa e l’Italia stanno rispondendo con l’alzamento dei livelli di controllo.
Una strategia che punta non solo a tenere alta la guardia sul fronte degli arrivi dall’Oriente, con una attività di screening resa obbligatoria, ma anche sul fronte della prevenzione che ha, necessariamente, nella campagna di vaccinazione il suo «core business». Ad oggi in Italia sono state inoculate complessivamente 143.343.291 dosi dall’inizio dell’attività di immunizzazione.
I numeri della somministrazione della quarta dose, però, sono ancora lontani da quelli del ciclo «primario» messo in atto nella prima fase della pandemia quando fu approntato dalla struttura commissariale una vera e propria road map con degli obiettivi da raggiungere settimana dopo settimana.
In base all’ultimo dato ufficiale sono poco più di cinque milioni e mezzo (5.591.052) le persone che nel nostro Paese hanno ricevuto per la quarta volta il siero contro il coronavirus. Si tratta di una cifra che è pari al 29,24% della platea. In dati assoluti corrisponde, in base a quanto emerge dai dati diffusi dalla Presidenza del Consiglio, ad appena il 9,44% della popolazione. Il 68,21% ha fatto la terza dose e l’84,38% della popolazione ha concluso il ciclo primario di immunizzazione dal virus, a cui si va aggiungere l’1,45% a cui è stato somministrata almeno una dose il che porta il dato dei parzialmente protetti all”85,84% dell’intera popolazione. In tema di quarta dose la regione con il maggior numero di somministrazioni effettuate è il Piemonte con il 43,2% della platea, seguita dall’Emilia Romagna (42,2%), Toscana (38,5) e Lombardia (35,9). Fanalino di coda la Calabria con il 13,2 % della platea che ha ricevuto il quarto siero. Penultima la Sicilia con il 14,1%, terzultima la Campania con il 15,2%.
Analizzando le fasce di età che hanno effettuato la quarta dose quella con la percentuale più alta è, come prevedibile, quella che riguarda gli ultraottantenni: sono state somministrate oltre due milioni di dosi pari al 43,53% della platea. Una percentuale che scende al 30,21% nell’età compresa tra i 70-79 anni e crolla al 18,69 per i soggetti compresi tra i 60 e i 69 anni anni.