Via `madre´ e `padre´, ok a dicitura `genitore´ sulla carta d’identità perché negare questa possibilità a due genitori dello stesso sesso potrebbe anche configurare il reato di «falso ideologico in atto pubblico».
Lo ha deciso il tribunale di Roma accogliendo il ricorso presentato da due madri di una minorenne – una naturale e l’altra adottiva – che il 25 settembre 2019 hanno richiesto agli uffici di Roma Capitale una carta d’identità elettronica valida per l’espatrio a nome della figlia, con l’indicazione dei propri nominativi al posto dei campi tradizionali.
Le due donne chiedevano di poter inserire sui documenti `madre´ e `madre´ o, in alternativa, la dicitura neutra di `genitore´ per entrambe. Richiesta negata all’epoca dagli uffici del Comune di Roma sulla base di quanto disposto dal decreto del 31 gennaio 2019 a firma dell’ex ministro dell’Interno, Matteo Salvini. Decisione ribaltata oggi dai giudici.
«Un documento che – scrive nell’ordinanza il magistrato Francesco Crisafulli della 18esima Sezione civile del tribunale di Roma – sulla base di un atto di nascita dal quale risulta che una minore è figlia di una determinata donna ed è stata adottata da un’altra donna, indichi una delle due donne come `padre´, contiene una rappresentazione alterata, e perciò falsa, della realtà ed integra gli estremi materiali del reato di falso ideologico commesso dal pubblico ufficiale in atto pubblico».
La coppia è stata assistita prima al Tar Lazio e poi al tribunale ordinario dall’avvocato Vincenzo Miri, presidente di Rete Lenford, e dall’avvocato Federica Tempori, socia di Rete Lenford e componente del Gruppo legale di Famiglie Arcobaleno (insieme alla consulenza dei legali Mario Di Carlo e Tommaso Mauro), che hanno condotto la battaglia in aula chiedendo la disapplicazione del decreto Salvini.
Una norma che «continua ancora oggi a offendere la dignità e l’identità di tante famiglie – commenta l’avvocato Miri – che volta per volta dovrebbero chiedere a un tribunale di disapplicarlo per vedersi riconosciuti i propri diritti fondamentali. Reputiamo questo profondamente ingiusto sia per i tempi e sia per i costi della giustizia». Parla di «persecuzione politica nei confronti delle Famiglie Arcobaleno» Alessia Croncini, presidente delle Famiglie Arcobaleno. «Una certa parte politica vorrebbe cancellare l’esistenza e i diritti di queste famiglie e dei minorenni che in quelle famiglie nascono, crescono e vivono ogni giorno».
Sul punto chiare le parole dei giudici capitolini che riconoscono di voler «chiudere un ormai troppo lungo discorso su una questione la cui soluzione dovrebbe risultare di immediata percezione» e che nel caso specifico relativo al rilascio della Carta d’Identità Elettronica valida per l’espatrio «la falsa rappresentazione del ruolo parentale di una delle due genitrici, in evidente contrasto con la sua identità sessuale e di genere, comporta conseguenze (almeno potenziali) rilevanti sia sul piano del rispetto dei diritti garantiti dalla Costituzione, sia sul piano della necessaria applicazione del diritto primario e derivato dell’Unione europea».