Iulia Florentina, la bambina cristiana di Hybla torna protagonista: il 17 evento a Paternò

Iulia Florentina, la bambina cristiana di Hybla torna protagonista: il 17 evento a Paternò

Dopo sessantaquattro anni, si ritorna a parlare di Iulia Florentina a Hybla-Paternò.

Era il 2 maggio del 1958 e il prof. Emanuele Rapisarda (paternese), fondatore della cattedra di letteratura cristiana antica a Catania, presentava la conferenza, tenuta dall’illustre prof. Santo Mazzarino, dal titolo: Epigrafe funeraria di Iulia Florentina. Il sindaco di allora era Barbaro Lo Giudice (figura iconica della città) e il prof. Enzo Maganuco fece da guida sull’acropoli per visitare i monumenti. Il tema era poco conosciuto e pochi studiosi potevano addentrarsi in questo labirinto della storia di Hybla e Katana, questa “stranezza” della sepoltura di una bambina cristiana in odor di santità – morta dopo diciotto mesi – nel cimitero dei santi a Katana.
A dire il vero nel 2011 una conversazione tra Barbaro Conti e Alfio Cartalemi fa riemergere il caso che poi scompare, come la lapide che riappare all’improvviso al Louvre di Parigi, dove è attualmente conservata, mentre una copia in gesso è esposta a Castello Ursino a Catania ed è oggi in bella vista nelle sue sale. Queste poche informazioni si devono proprio ad Alfio Cartalemi, giornalista, attento osservatore e studioso delle cose antiche di questa città.

Iulia Florentina, la bambina cristiana di Hybla torna protagonista: il 17 evento a PaternòMa torniamo ad oggi. Il 17 novembre prossimo, alle 16,30, nella chiesa (ex Benedettina) di Santa Maria della Valle di Josaphat, sull’acropoli di Hybla a Paternò, – ospiti del rettore della chiesa, padre Salvatore Patanè – si ritorna a parlare di Iulia Florentina e lo si fa con la prestigiosa presenza della prof.ssa Cristina Soraci, docente di Storia della Sicilia Antica dell’Università degli Studi di Catania e del prof. Vittorio Rizzone, docente di Archeologia cristiana alla facoltà Teologica di Sicilia nonché Abate di San Martino delle Scale. Le conclusioni dell’incontro saranno a cura di Mons. Luigi Renna, Arcivescovo Metropolita dell’Arcidiocesi di Catania.
L’evento è organizzato dal XII Vicariato Paternò-Ragalna coordinato da Padre Salvatore Alì e dalla sezione Ibla Major dell’Archeoclub d’Italia presieduta dall’arch. Angelo Perri con il patrocinio dell’Assemblea Regione Sicilia – da poco presieduta dal paternese on. Gaetano Galvagno e dall’Arcidiocesi di Catania.

L’evento ripropone un tema interessante, quello della figura di Iulia Florentia, sotto molti aspetti. Certamente c’è la necessità di fare luce sulla storia dei primi cristiani che abitavano l’antica città di Hybla e questo ci permette anche di collocare nel tempo e con una certa certezza, il momento in cui la città, si chiamava ancora Hybla. Un dato importante per indagare sulla trasmigrazione del nome della città, da Hybla a Paternionis (l’attuale Paternò), riconoscendo a Placido Bellia (1808) la giusta intuizione che il nome attuale deriva dal greco Parthenos per traslitterazione (la Vergine, come atto di esorcismo secondo le indicazioni del Codice Teodosiano del IV sec.; infatti la città è dedicata – prima di Vincenzo e Barbara – alla Vergine Maria) attribuito dopo il V-VI secolo in epoca Bizantina (come condivide lo storico Massimo Scalisi).

Ma non possiamo sottovalutare il testo latino dell’epigrafe che apre scenari investigativi interessanti sulla raffinatezza dell’autore, come ha dimostrato il prof. Vittorio Rizzone e il mistero dell’esatto ritrovamento a Catania che la prof. Cristina Soraci ha ampiamento dimostrato. Temi presenti nella pubblicazione dello scorso anno a cura di Elena Frasca e Cristina Soraci, Iulia Florentina e i martiri catanesi edita da Bonanno Editore – 2021, Reggio Calabria.

L’incontro è anche l’occasione per presentare alla comunità un’iniziativa che il Kiwanis Club Paternò, sta preparando e che non vogliamo anticiparvi, tutto sarà svelato all’interno della conferenza e sarà un colpo di scena per tutti.

Vogliamo ancora una volta sottolineare che lo studio della fase storica di transizione tra il paganesimo e il cristianesimo è la chiave di volta per capire non solo l’origine del nome ma l’intera struttura della forma della città e per questo rilanciare gli studi e le ricerche che possano superare i paradigmi consolidati per esplorare nuovi territori culturali. La mobilità storica, la forma della città, le stratificazioni del paesaggio, la sacralità, il commercio, la politica e la dimensione strategica militare oltre che alla fertilità di questa terra devono essere riconfigurati in chiave sistemica e ricollocati nel più ampio scenario regionale.

Nulla può essere fatto in tal senso se non si abbattono gli steriotipi congelati che hanno caratterizzato la storiografia degli ultimi trent’anni. Impressiona il fatto che siano trascorsi sessantaquattro anni per riparlare di una figura importante per questa città – Iulia – che restituisce una parte d’identità perduta e pone evidentemente in evidenza il tema del ritorno dei reperti archeologici disseminati nel mondo che aspettano di ritrovare la giusta e dignitosa collocazione in città. L’evento culturale si pone anche questi obiettivi, svelare, sollecitare. Se poi pensiamo che l’attuale simbolo dell’Assemblea della Regione Sicilia -come ci fa notare Paolo DI Caro – non è altro che la graficizzazione di un reperto conservato al museo Paolo Orsi, proveniente da Paternò, cosa possiamo dire di più? Non ci resta che goderci l’incontro e rimboccarci le maniche, i rappresentanti politici possono essere il valore aggiunto.

Iulia Florentina, la bambina cristiana di Hybla torna protagonista: il 17 evento a Paternò

 

Riguardo l'autore Francesco Finocchiaro

Architetto vitruviano. Credente convinto e appassionato delle religioni. Vive il suo lavoro come una grande passione . Esplora gli innumerevoli paesaggi dell’arte: dalla poesia al giornalismo, dall’architettura alla grafica, dalla comunicazione alle strategie urbane. Docente di storia dell’arte e filosofo dell’abitare. Convinto sostenitore del futurismo e che l’innovazione ha le sue radici nella memoria. Vorace lettore di Papa Francesco, di Pablo Neruda, Lucía Etxebarria e Omero. Vive l’architettura come un Pitagorico, in forma mistica e monastica come il suo architetto preferito, Peter Zumthor.

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