«Le dichiarazioni del nuovo collaboratore di giustizia Rosano Vincenzo entrano nel vivo dei processi scaturiti dalle operazioni `Adrano Libera´ e `Impero´ della Polizia di Stato, in cui numerosi esponenti del clan mafioso Santangelo Taccuni di Adrano sono imputati per associazione di tipo mafioso, estorsione, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti (cocaina, eroina e marijuana), svariati reati contro il patrimonio, e truffa e falso in danno dell’Inps».
Lo afferma una nota della Questura di Catania. Vincenzo Rosano collabora con la magistratura dal maggio scorso.
Le sue dichiarazioni sono utili per risolvere alcuni ‘cold case’, omicidi irrisolti registratisi negli anni ‘90 quando Adrano, Biancavilla e Paternò i morti ammazzati erano all’ordine del giorno. I tre comuni vennero battezzati come il “Triangolo della Morte”.
«Contrariamente al figlio Valerio, che già diversi anni prima aveva scelto di collaborare con la giustizia – prosegue la nota della Questura etnea – Vincenzo Rosano ha raccontato ai magistrati diversi fatti di sangue risalenti nel tempo, svelando i particolari di omicidi irrisolti avvenuti negli anni ’90 nel territorio di Adrano e per i quali non erano ancora stati individuati gli autori. Le sue dichiarazioni sono al vaglio dei magistrati».
Come si ricorderà, la scelta di Valerio Rosano di ‘saltare il fosso’ venne accolta con ostilità dalla famiglia. Sui muri del centro storico di Adrano vennero affissi dei falsi manifestati listati a lutto che annunciavano la morte del giovane.