Catania, taglia il braccialetto elettronico e costringe la compagna a prostituirsi: ora è in carcere

Catania, taglia il braccialetto elettronico e costringe la compagna a prostituirsi: ora è in carcere

Taglia il braccialetto e torna a perseguitare la compagna costringendola a prostituirsi per procurarsi la droga.

Il giudice ha deciso di mandarlo in carcere, sostituendo così la misura cautelare del divieto di avvicinamento.

La Polizia di Stato, su delega della Procura della Repubblica di Catania, ha eseguito nei confronti di un uomo senza fissa dimore una ordinanza con cui il Gip, su richiesta del Pm, ha sostituito la misura cautelare del divieto di avvicinamento alla vittima con applicazione del braccialetto elettronico con la custodia cautelare in carcere.

L’uomo è indagato per aver continuato a maltrattare la compagna, violando così le disposizioni dell’autorità giudiziaria. Il provvedimento è scaturito da un intervento effettuato alcuni giorni prima dai poliziotti del Commissariato Centrale, i quali in via Etnea avevano soccorso in strada la donna, che conoscevano per aver attivato a sua tutela del protocollo del cosiddetto `codice rosso´.

Gli agenti in quella occasione accertarono che la donna per un forte senso di colpa nutrito nei confronti del compagno, padre dei suoi figli, che aveva in passato denunciato, si era riavvicinata all’ex dopo la scarcerazione. Da quel momento l’indagato, tagliato il braccialetto elettronico che gli era stato applicato all’uscita dal carcere, avrebbe ripreso comportamenti maltrattanti, costringendola, peraltro, a prostituirsi per procurarsi le somme necessarie all’acquisto di droga.

L’avrebbe inoltre aggredita fisicamente in più occasioni utilizzando anche un coltello con cui l’avrebbe colpita in pancia. L’uomo, soggetto conosciuto dai poliziotti del Commissariato Centrale, veniva rintracciato nella zona di corso Sicilia, da lui abitualmente frequentata e, dopo le formalità di rito, veniva associato presso il carcere Piazza Lanza di Catania.

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