Il legame della stirpe di politici La Russa con la città di Paternò ebbe inizio con l’ascesa dell’avvocato missino Antonino La Russa, padre di Ignazio, senatore della Repubblica dal 1972 al 1992.
Da lui Ignazio ereditò la passione per la politica e l’attaccamento ai valori della destra anche se, come ha sottolineato ieri nel corso del suo primo discorso da presidente, in famiglia convivevano serenamente idee diverse.
“Ho cominciato a fare politica appena nato, perché mio padre faceva politica; faceva – come me – l’avvocato, aveva le sue idee, che non ha mai rinnegato. A differenza di mio fratello maggiore, che era democristiano – in casa mia si respirava aria di libertà e lui non è stato mai rimproverato di non seguire l’idea che era prevalente in famiglia, di destra -, io ho cominciato a fare politica nelle organizzazioni giovanili: l’ho fatta nei momenti duri, durissimi, della contestazione, della violenza, della resistenza al terrorismo.”
Nonostante abbia vissuto stabilmente a Paternò solo fino al termine delle scuole elementari – poiché continuò gli studi prima in Svizzera e poi a Pavia dove conseguì la laurea in giurisprudenza – una volta trasferitosi a Milano il suo rapporto con la città non si è mai interrotto. Un rapporto che non è soltanto frutto della sua incessante attività politica sul territorio paternese, i cui risultati abbiamo potuto costatare in particolar modo nelle ultime settimane con l’elezione di Gateano Galvagno all’Assemblea regionale siciliana e di Francesco Ciancitto alla Camera dei Deputati, ma che coinvolge la dimensione umana più profonda del neo presidente del Senato.
Ignazio si reca a Paternò, senza dare nell’occhio, molto più spesso di quanto si possa pensare. Viene a fare visita al cimitero monumentale dove riposano il papà Antonino, la mamma Maria Concetta e l’amato fratello Vincenzo scomparso il 21 novembre dello scorso anno. Fa sempre tappa al bar della Piazza e alla sua rosticceria preferita per gli immancabili arancini al ragù.
Tutte le estati, come fanno tradizionalmente tanti altri paternesi, ama trascorrere le ferie nella cittadina etnea di Ragalna dove, all’ombra del grande minicucco di casa La Russa, gode della frescura “da muntagna” assieme agli amici di sempre: i mai dimenticati compagni di scuola elementare, gli amici del calcetto e i militanti e dirigenti di partito. Una passione che ha trasmesso ai figli Geronimo, Lorenzo e Leonardo, che amano passare le loro vacanze in Sicilia assieme al padre. Il suo amore per il Mongibello ha influito anche nella scelta del nome del suo inseparabile pastore tedesco che ha battezzato “Sciara”, come le colate laviche indurite tipiche del nostro paesaggio.
Da paternese doc ha sempre espresso la sua devozione nei confronti di Santa Barbara, presenziando alle celebrazioni anche in veste di ministro della Difesa. Quando non riesce a tornare in città rende omaggio alla patrona organizzando il consueto pranzo di Santa Barbara a Milano assieme ai tanti paternesi che da generazioni si sono trasferiti per lavoro o studio nel capoluogo lombardo. A questi ultimi il senatore ha sempre aperto le porte di casa sua e del suo studio, senza mai lesinare consigli e supporto.
Le aspettative in merito all’operato di Fratelli d’Italia, che ha eletto in città due deputati attestandosi come primo partito alle elezioni del 25 settembre, sono altissime. In molti sui social si chiedono se il presidente sarà presente a Paternò dopo la sua elezione e se la città trarrà beneficio da un incarico così importante. Chissà se il presidente verrà in visita proprio il 4 dicembre per rendere omaggio alla sua amata Santa Barbara…