I casi Covid e i decessi scendono in tutta Europa ma bisogna prepararsi a una nuova ondata.
A mettere in guardia è l’Agenzia europea per i medicinali che invita ancora una volta alla vaccinazione primaria per chi non l’ha fatta e, per gli altri, ad approfittare dei vaccini adattati alle nuove varianti di un virus in continua e rapida mutazione.
«Con l’avvicinarsi dell’autunno – ha detto il responsabile per la strategia dei vaccini dell’Ema, Marco Cavaleri – dobbiamo prepararci a una nuova ondata di contagi in linea con la tendenza mostrata dal virus negli ultimi due anni». Rispetto agli ultimi due inverni, tuttavia, la popolazione europea può ora contare su un ampio ventaglio di vaccini, compresi i sieri bivalenti di Pfizer e Moderna, adattati alle nuove varianti Omicron BA.1.
Per Pfizer e Moderna l’agenzia con sede ad Amsterdam presenterà presto anche i dati a supporto dell’approvazione per la vaccinazione primaria di età compresa tra 6 mesi e 4-5 anni, mentre per fine settembre è atteso il parere sul vaccino di Moderna adattato alle sotto varianti BA.4 e BA.5. «Omicron BA.5 è ancora il virus dominante in circolazione in Europa», ha rimarcato Cavaleri, avvertendo sull’espandersi di «altre varianti come la BA 4.6» che «si sta diffondendo velocemente negli Stati Uniti ed è stata rilevata in Europa», ma anche della BA 2.75 «che è stata considerata di preoccupazione dall’Ecdc». Insomma non c’è da rilassarsi troppo secondo l’Ema, che ha preso le distanze dalle affermazioni del presidente americano, Joe Biden, secondo cui la pandemia può considerarsi finita negli Usa. «Non sappiamo perché il presidente Biden sia giunto a tale conclusione – ha dichiarato il dirigente medico dell’agenzia Steffen Thirstrup – ma in Europa consideriamo la pandemia ancora in corso ed è importante che gli Stati membri si preparino per il lancio della campagna vaccinale».
A Bruxelles, intanto, è stato aggiunto un nuovo tassello alla risposta comunitaria alle emergenze sanitarie. La Commissione europea ha presentato un nuovo piano sullo screening per la prevenzione del cancro, che aggiorna la strategia di 20 anni fa. «Nel 2020, a circa 2,7 milioni di persone che vivono nell’Ue è stato diagnosticato un cancro e oltre 1,3 milioni di persone hanno perso la vita a causa di questa malattia. Sappiamo che la diagnosi precoce salva vite e migliora la qualità della vita», ha commentato la commissaria alla Salute, Stella Kyriakides.
La raccomandazione mira ad aumentare l’adozione dello screening per il cancro al seno, del colon-retto e del collo dell’utero per raggiungere il 90% di coloro che si qualificano entro il 2025. L’Ue chiede anche di estendere lo screening mirato ad altri tumori, in particolare il cancro alla prostata, ai polmoni e allo stomaco. A tal fine sono stati stanziati anche altri 100 milioni dal programma Orizzonte Europa, mentre gli Stati dovranno riferire alla Commissione le azioni intraprese.