Mikhail Gorbaciov, l’ultimo leader dell’Unione Sovietica che ha avuto un ruolo fondamentale nel porre fine alla Guerra Fredda, è morto a Mosca ieri all’età di 91 anni.
I leader mondiali hanno prontamente reso omaggio all’uomo che ha supervisionato il crollo dell’URSS, un punto di svolta fondamentale nella storia mondiale. Il leader russo Vladimir Putin ha espresso il suo «profondo cordoglio» per la morte di Gorbaciov, ha dichiarato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov alle agenzie di stampa russe. Peskov ha aggiunto che Putin (ex agente del KGB che aveva un rapporto ambiguo con Gorbaciov) invierà un telegramma di condoglianze alla famiglia e agli amici del defunto leader in mattinata.
Il capo delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha elogiato Gorbaciov come «uno statista unico nel suo genere che ha cambiato il corso della storia» e «ha fatto più di ogni altro individuo per portare alla fine pacifica della guerra fredda». La Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha salutato Gorbaciov come un «leader fidato e rispettato» che «ha aperto la strada a un’Europa libera».
Il suo «ruolo cruciale» nell’abbattere la cortina di ferro, che simboleggiava la divisione del mondo in blocchi comunisti e capitalisti, e nel porre fine alla guerra fredda ha lasciato un’eredità che «non dimenticheremo», ha scritto su Twitter.
Il presidente francese Emmanuel Macron ha descritto su Twitter Gorbaciov come un «uomo di pace», che «ha aperto una strada di libertà per i russi. Il suo impegno per la pace in Europa ha cambiato la nostra storia comune». Il premier britannico Boris Johnson ha dichiarato di aver «sempre ammirato il coraggio e l’integrità» dimostrati da Gorbaciov nel portare la guerra fredda a una conclusione pacifica. «In un momento di aggressione di Putin in Ucraina, il suo instancabile impegno per l’apertura della società sovietica rimane un esempio per tutti noi», ha dichiarato in un post su Twitter, riferendosi all’offensiva di Mosca nel suo ex vicino sovietico.