di Alfio Cartalemi – Anche dopo la sua morte – il 21 agosto del 2017 – molti a Paternò ricordano con nostalgia il mitico sindaco Turi Sinatra. Un anno fa, dopo un repentino ricovero in ospedale al Garibaldi di Catania per una insufficienza cardio respiratoria, veniva a mancare Salvatore Sinatra. Aveva 86 anni, molti dei quali spesi per la sua grande passione: la politica. Assieme ad altri suoi amici, Sinatra fu il primo ad aderire, anzi a fondare, il gruppo politico di ispirazione cattolica: la “Democrazia Cristiana”. Uomo di partito, si è fatto apprezzare per la sua coerenza e militanza al partito di don Sturzo. Turi Sinatra era un democratico cristiano anche nei momenti di difficoltà e travaglio politico, mai lo aveva sfiorato l’idea di lasciare lo Scudo Crociato, che fu la casa di De Gasperi e di tanti padri dell’Italia. Dopo la seconda guerra mondiale, per anni segretario di partito, insieme con Barbaro Lo Giudice e poi con Nino Lombardo fu amministratore della città. Per un decennio fu anche sindaco di Paternò, partecipando attivamente al boom, alla crescita di Paternò negli anni 70.
Negli anni 90, quando da più parti si auspicava l’uscita di scena della DC e di tutti i suoi componenti per lasciare posto alle nuove generazioni di politici, Sinatra e molti uomini della DC tra cui anche Gioacchino Milazzo, lasciarono la politica. Ma evidentemente non sono bastati venti anni, ne sono passati anche di più e non si sono visti quei benefici che qualcuno ipotizzava per la rinascita di Paternò. La città di Paternò è caduta in basso, da assomigliare ad una città del Burundi, lontana dallo splendore raggiunto negli anni ruggenti dal 1970 al 1980. Ecco perché oggi, ad un anno dalla scomparsa di Turi Sinatra, il “sindaco”, sono ancora in molti a ricordarlo, con molta nostalgia.