Le mucche fanno meno latte per colpa del caldo: produzione a -10%

Le mucche fanno meno latte per colpa del caldo: produzione a -10%

Non solo raccolti bruciati dalla siccità, a soffrire il caldo sono anche gli animali nelle fattorie dove le mucche con le alte temperature stanno producendo per lo stress fino al 10% di latte in meno ma a preoccupare e anche la mancanza del foraggio per l’alimentazione a causa dell’assenza di precipitazioni che in certe zone ha tagliato di 1/3 le rese.

È l’allarme lanciato dalla Coldiretti che evidenzia lo stato di emergenza per il forte calo delle rese produttive di tutti i raccolti agricoli lungo la Penisola che in alcuni casi sono addirittura dimezzati con cali fino al 50%. Una emergenza nazionale che – sottolinea la Coldiretti – riguarda coltivazioni ed allevamenti travolti da una catastrofe climatica che si prefigura addirittura peggiore di quella del 2003 che ha decimato le produzioni agricole nazionali.

Per le mucche – sottolinea la Coldiretti, «il clima ideale è fra i 22 e i 24 gradi, oltre questo limite gli animali mangiano poco, bevono molto e producono meno latte. Per questo – rileva la Coldiretti – sono già scattate le contromisure anti afa nelle stalle dove gli abbeveratoi lavorano a pieno ritmo perché ogni singolo animale è arrivato a bere con le alte temperature di questi giorni fino a 140 litri di acqua al giorno contro i 70 dei periodi meno caldi. Nelle stalle sono entrati in funzione anche ventilatori e doccette refrigeranti per sopportare meglio la calura e i pasti vengono dati un po’ per volta per aiutare le mucche a nutrirsi al meglio senza appesantirsi».

Al calo delle produzioni di latte, per aiutare gli animali a resistere all’assedio del caldo, «si aggiunge dunque – continua la Coldiretti -i maggiori consumi di energia ed acqua che in questo momento sono costosi e carenti. Più di del territorio nazionale (28%) a rischio desertificazione sta affrontando una situazione di grave siccità che riguarda le regioni del Sud ma anche quelle del Nord dove la grande sete assedia città e campagne, con autobotti e razionamenti in case, orti e giardini, il fiumi in secca, i laghi svuotati e i campi arsi con danni che già superano secondo la Coldiretti i due miliardi di euro».

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