Lunghi viaggi su furgoni fatiscenti, paghe di pochi euro e turni di lavoro massacranti. Al Nord come al Sud, il fenomeno del caporalato vede coinvolti lavoratori extracomunitari, senza permesso di soggiorno, ma anche italiani, assunti in nero e negli ultimi giorni è tornato prepotentemente al centro della scena. L’ultima notizia, in ordine di tempo, è quella di un’operazione condotta dai carabinieri di Catania che hanno fatto luce sull’ennesimo giro di sfruttamento della manodopera nelle campagne italiane. I militari hanno controllato numerose attività impreditoriali, agricole e di allevamento, nelle zone di Randazzo e Caltagirone.
In questo contesto 8 imprenditori sono stati denunciati per violazioni della normativa in materia di immigrazione. Avrebbero infatti impiegato nelle loro aziende, lavoratori extracomunitari senza permesso di soggiorno. Nello specifico, su 180 lavoratori controllati, 74 sono risultati irregolari. A seguito di pedinamenti, i militari hanno anche appurato che, dal punto di ritrovo al posto di lavoro, viaggiassero a bordo di furgoncini fatiscenti forniti dagli imprenditori. Nel complesso, al termine dell’operazione che ha visto coinvolte 30 aziende agricole, sono state elevate multe per 200mila euro. Sono stati inoltre recuperati contributi previdenziali per oltre 60mila euro.Di pochi giorni fa, invece, la notizia dell’incidente che ha visto rimanere uccisi 12 lavoratori mentre stipati in un furgoncino tornavano da una giornata passata a raccogliere pomodori nelle campagne del foggiano. Sabato scorso tra Ascoli Satriano e Castelluccio dei Sauri, sempre nel foggiano, un altro incidente e quattro braccianti extracomunitari morti. In tutto sono state 16 le vittime registrate in tre giorni nella zona. Poi, giovedì, le notizie di altre due situazioni emerse, entrambe al nord, in Veneto e Piemonte. Per il primo caso, avvenuto nel Veronese, le indagini sono partite a seguito di un incidente del novembre
dell’anno scorso nel Ferrarese, in cui furono coinvolti 12 lavoratori. Il ‘caporale’ che collaborava con un medico, riusciva a far ottenere certificati di idoneità, a soggetti privi dei requisiti di salute e documenti. Nell’operazione è emersa la complicità anche di un finanziere e due impiegati dell’Inps. L’altro caso a Peveragno, in provincia di Cuneo, dove
17 persone, fra cui 4 minorenni, sono state scoperte a raccogliere fragole sotto le serre in nero.