Per Fratelli d’Italia il campo è uno solo e sempre lo stesso: il centrodestra. Giorgia Meloni rivendica coerenza e resta `monogama´ negli schieramenti di partito: «Noi non abbiamo un piano B, c’è solo il centrodestra».
È un mantra che la leader non smette di ricordare agli alleati: sono loro ad aver scelto altre strade, sostenendo il governo Draghi. E altre ancora che «magari prenderanno in considerazione. Ma io no», assicura. Né transige su chi dubita della sua lealtà. «Se c’è una cosa chiara è che io non faccio gli interessi di Fratelli d’Italia», ribatte a Matteo Salvini che giorni fa aveva osservato: «Meloni legittimamente mette prima di tutto l’interesse del partito e ne ha il diritto». La presidente di FdI quindi fa notare che «sarebbe stato facile per me andare al governo, per avere maggiore agibilità di quella che ha un partito all’opposizione».
Un attacco sottile a Lega e Forza Italia nel giorno in cui i due partiti cantano vittoria per l’accordo sulla riforma del catasto, «senza nuove tasse sulla casa». Lei ne resta fuori, in quanto opposizione («Se fosse vero, sarebbe un’ottima notizia», si limita a dire). E va in tour elettorale in Lombardia. Il centrodestra di governo si vede a Roma invece, un vertice mattutino. Da lì esce l’intesa da sottoporre a Draghi. Un risultato ottenuto grazie alla possibilità di trattare dall’interno con il governo, è la tesi del coordinatore azzurro Antonio Tajani: «Così si possono risolvere i problemi degli italiani», mentre «non stando al governo, è più difficile difendere quei principi». Schermaglie che continuano dunque, in attesa di un confronto a tre che manca da mesi, sfiorato lo scorso weekend e ora appeso ufficialmente all’«incastro delle agende» dei leader nei prossimi giorni.
Punto fermo della coalizione è l’unità necessaria per vincere. Un traguardo che sembrerebbe raggiunto perfino a Palermo, dove le `faide´ si sono ricomposte e dai tre candidati sindaci si è passati a uno: Roberto Lagalla, sostenuto dall’Udc e ora unico nome del centrodestra per le comunali di giugno. FdI ha ritirato dalla corsa la sua Carolina Varchi ma non cede il bersaglio più ambito: il mandato bis di Nello Musumeci alla guida della Regione Sicilia. «Non vedo ragioni per non confermarlo. Il contrario sarebbe sbagliato», insiste Meloni. E con altrettanta fiducia attende la fine di un governo che secondo lei ha le ore contate: «Penso che la crisi di governo si rischi da diverso tempo e penso anche che sia una buona notizia», chiosa.