Le associazioni Lgbti accusano il Campidoglio di non avere trascritto l’atto di nascita di un bimbo nato all’estero e figlio di due madri.
Il Campidoglio, rivendicando la sua politica per l’ampliamento della sfera dei diritti, sollecita a sua volta il Viminale a modificare la circolare che allo stato permette solo la trascrizione parziale dell’atto.
L’accusa delle associazioni è di non aver accolto la domanda, presentata da due donne sposate in Francia, di trascrizione integrale dell’atto di nascita del loro figlio, registrato a Parigi con l’indicazione di entrambe le donne come madri. Il Comune di Roma spiega però di non poter procedere se il Viminale non aggiorna la circolare con le prescrizioni in materia, e chiede al Parlamento di intervenire con una legge ad hoc.
La coppia che si è vista negare la trascrizione è formata da una cittadina italiana e una cittadina francese; hanno avuto un figlio nell’ottobre 2021, nato a Parigi con la procreazione assistita e lì registrato come figlio di entrambe, come previsto dalla legge francese. Dovendosi trasferire a Roma, hanno chiesto al sindaco di trascrivere integralmente l’atto di nascita del bambino. Il Comune ha invece trascritto parzialmente l’atto di nascita, con l’indicazione della sola mamma che lo ha partorito.
«La circolare del Viminale prescrive che si possa procedere alla trascrizione soltanto parziale di un provvedimento straniero che dichiari il rapporto di genitorialita’ di coppie dello stesso sesso», si giustifica il Campidoglio sottolineando di aver scritto al ministero dell’Interno perché «i casi come quello in questione appaiono meritevoli di diverso trattamento, a tutela degli interessi dei minori e del rispetto dei diritti della coppia omogenitoriale. Siamo al fianco della coppia e chiediamo di poter completare la trascrizione dell’atto».
L’avvocato della coppia e presidente dell’associazione Rete Lenford per i diritti Lgbti, Vincenzo Miri, sottolinea tuttavia che a differenza della registrazione dell’atto di nascita di un bambino nato in Italia, la trascrizione di un atto di nascita già formato all’estero è «consentita sin dal 2016 dalla Cassazione, che ha respinto la posizione del ministero dell’Interno e ha addirittura giudicato `impellente´ la continuità e la conservazione dello stato di figlio acquisito all’estero». E questo perché «non è possibile che un bimbo attraversi un confine e perda una mamma».
La vicenda intanto supera i confini della capitale. M5s intanto prende la palla al balzo: la senatrice Alessandra Maiorino, coordinatrice del comitato per le politiche di genere e i diritti civili, preannuncia che sarà depositata in Parlamento una proposta di legge per il riconoscimento dei figli delle coppie omogenitoriali: «Faccio appello in primis al Pd affinché la sottoscriva».