“Non ho mai avuto sentore di una trattativa”. Lo dice a ‘Repubblica’ dice Luciano Violante, ex presidente della Camera e della commissione parlamentare Antimafia, parlando delle motivazioni della sentenza di Palermo al processo Stato-mafia. “Ho stima per il lavoro che stanno facendo i magistrati per la ricerca della verità, ma francamente continuo ad avere più di una perplessità sulla cosiddetta trattativa. Davvero non ho ancora capito chi l’avrebbe fatta”, afferma ancora Violante, il quale in riferimento al ritardo di 17 anni con cui, secondo i giudici, avrebbe riferito di un suo colloquio con il colonnello Mori avvenuto nel settembre 1992, Violante spiega: “Nessun ritardo, quando nel 2009 ho letto sul Corriere della Sera una deposizione di Massimo Ciancimino, il figlio dell’ex sindaco, ho subito telefonato ad Ingroia per chiedere di essere sentito. Proprio in quelle settimane stava iniziando l’inchiesta, cioè 17 anni dopo il mio colloquio con Mori. Trovo davvero singolare che mi si contesti un ritardo nell’informare l’autorità giudiziaria: a chi avrei dovuto riferire se nel 1992 non c’era alcuna indagine in corso?”.