L’invito dell’Ue ad abbassare i riscaldamenti e consumare meno gas suona da monito.
Del nuovo corso che l’Unione europea dovrà intraprendere e che vedrà come tappa fondamentale il vertice informale dei capi di Stato e di governo a Versailles di oggi e venerdì. L’energia e la difesa saranno sul tavolo dei leader dei 27, assieme al rilancio economico, che doveva essere il tema principale dell’incontro prima dello scoppio della guerra. Sul fronte della difesa si punterà ad «aumentare sostanzialmente le spese per la difesa, con una quota significativa per gli investimenti, concentrandosi sulle carenze strategiche individuate e con capacità di difesa sviluppate in modo collaborativo all’interno dell’Unione Europea», si legge nella bozza delle conclusioni.
In questa nuova era in cui siamo entrati dobbiamo dimenticare il nostro bel «giardino alla francese» perché fuori la «giungla cresce», ha fatto notare l’Alto rappresentante Ue per la politica estera, Josep Borrell, che ha invitato a riportare la spesa militare ai livelli di un tempo, dopo un periodo in cui la bassa spesa era giustificata dai dividendi della pace e del benessere. Basti pensare che quando furono rimati gli accordi di Helsinki nel 1975, che sancirono il miglioramento delle relazioni tra il blocco comunista e l’Occidente, i paesi che oggi compongono l’Unione Europea spendevano circa il 4% del loro Pil per la difesa. Ora stanno spendendo circa l’1,5% del loro Pil, con una soglia che è al di sotto anche di quella del 2% auspicata dalla Nato. Corsa al riarmo, dunque, che non è una provocazione per Putin ma diritto a difendersi di un paese, come ha evidenziato la premier estone, Kaja Kallas, intervenuto alla plenaria del Parlamento europeo. Ma anche maggiore protezione «da una guerra ibrida in continua crescita, rafforzando così la nostra resilienza informatica e combattendo la disinformazione», si legge nella bozza di conclusioni del Consiglio informale di Versailles.
L’altra grande sfida, la vera sfida in cui l’Europa di gioca tutto, è quella energetica. I leader dei 27 discuteranno di come ridurre il prima possibile la dipendenza dal gas russo e prenderanno in considerazione le proposte ambiziose della Commissione che puntano a liberare l’Ue di 2/3 del gas russo entro l’anno. Il tema della dipendenza dagli idrocarburi di Mosca si era posto anche nel 2014, con l’annessione della Crimea, e anche allora i paesi europei sostenevano la necessità di trovare fonti di approvvigionamento alternative. Il risultato è stato che da allora le importazioni di gas russo sono aumentate fino ai 155 miliardi di metri cubi di oggi.
I leader oggi si impegneranno a «diversificare le nostre forniture e rotte anche attraverso l’uso del Gnl e lo sviluppo di biogas e idrogeno; accelerare lo sviluppo delle rinnovabili e la produzione delle loro componenti chiave, e snellire le procedure autorizzative per i progetti energetici». Ma anche a conseguire un «miglioramento dell’interconnessione delle reti europee del gas e dell’elettricità e la piena sincronizzazione delle nostre reti elettriche» nonché a «garantire livelli sufficienti di stoccaggio del gas e predisporre operazioni coordinate di riempimento; monitorare e ottimizzare il funzionamento del mercato elettrico».
Sembra non ancora matura, invece, l’ipotesi di bond comuni per l’energia e la difesa. «Ci sono state alcune voci di un nuovo piano per avere bond europei» per il finanziamento delle spese di energia e difesa ma «la nostra sensazione è che non sia per oggi», ha detto un alto funzionario Ue, alla vigilia dell’incontro di Versailles. «Dal momento che per quando parli di energia, questa fa anche parte di Next Generation Eu», ha aggiunto, «quindi vediamo prima quando vengono spesi questi soldi, poi si vedrà quali cambiamenti si possono fare». Accanto alle misure macroeconomiche, si inizia a prospettare l’idea che serva un riduzione dei consumi, come nella crisi petrolifera del ’73 che portò all’Austerity energetica.
Nella comunicazione della Commissione si stimava che abbassando il termostato di 1 grado si potrebbero risparmiare 10 miliardi di metri cubi entro fine anno. Borrell ha chiesto a tutti di fare uno sforzo per ridurre il consumo di gas, «proprio come riduciamo il consumo di acqua in caso di siccità e proprio come quando indossiamo una maschera per combattere il virus». Perché «quello che abbiamo fatto contro il Covid-19, lo dobbiamo fare per l’Ucraina. Deve essere una mobilitazione degli spiriti». Appello raccolto subito dalla padrona di casa, Roberta Metsola, che ha annunciato di aver fatto abbassare di un grado i riscaldamenti dell’edificio del Parlamento europeo. «Quando parliamo di libertà e democrazia, questo ha un costo e alla nostra popolazione deve essere detto qual è il costo», ha detto.