Togliere l’obbligo per il green pass al lavoro subito dopo la fine dello stato di emergenza, prevista il 31 marzo.
Questa – come confermano fonti a lui vicine – è l’idea del leader M5S Giuseppe Conte, che ieri ha annunciato di aver «chiesto al Governo un piano di revisione globale di tutte le misure, con particolare attenzione al green pass rafforzato sui posti di lavoro». Un’idea che ha subito incrociato il plauso del segretario della Lega, Matteo Salvini: «Bene Conte, la Lega non è più sola in questa battaglia: via subito l’obbligo di `super green pass´ sui luoghi di lavoro». Le due forze politiche di maggioranza sembrano dunque allineate su questo fronte, mentre il Governo ha più volte ribadito di voler procedere con gradualità alla eliminazione delle limitazioni anti-Covid.
La posizione del leader M5S troverà certamente sponda in molti parlamentari pentastellati che chiedono già da tempo un allentamento delle misure e che, solo qualche settimana fa, avevano ipotizzato la presentazione di un ordine del giorno per abolire l’obbligo della carta verde: iniziativa poi stoppata dallo stesso Conte e dal capogruppo alla Camera Davide Crippa. Oggi anche l’ex premier apre, invece, a una revisione delle misure legate al green pass e in particolare dell’obbligo per gli ultracinquantenni di esibirlo sui luoghi di lavoro «La situazione relativa al Covid in questo momento sta migliorando», ha detto il leader M5S a Fanpage.
«Se è ingiustificabile la decisione di alcuni cittadini di non sottoporsi al vaccino dopo tanto tempo – ha aggiunto – tuttavia in questo momento di crisi e difficoltà la sospensione della retribuzione non è più accettabile». Una posizione confermata anche dalla deputata pentastellata Vittoria Baldino, per la quale «alla luce del rinnovato contesto sanitario, continuare a mantenere l’obbligo di green pass, soprattutto nei luoghi di lavoro, non è più giustificabile. Lo stato di emergenza, infatti, non verrà ulteriormente prorogato, e di conseguenza – aggiunge – riteniamo non sia più necessario proseguire con la limitazione dell’esercizio di alcuni diritti costituzionali, come la libertà di circolazione, il diritto al lavoro e alla retribuzione. Pertanto, «sempre tenendo conto dell’andamento dei dati, è il momento di restituire a tutti i cittadini la normalità e la quotidianità che per molto tempo sono state stravolte dal Covid», conclude Baldino.
Tra l’altro, Giuseppe Conte ha rivelato di aver sentito oggi il premier Mario Draghi per «uno scambio su vari argomenti», in particolare sull’evoluzione del conflitto in Ucraina, sulla necessità che l’Italia faccia la sua parte per fronteggiare la crisi umanitaria e per «dare il pieno mandato del Movimento 5 Stelle per andare a Bruxelles e proporre un grande progetto di Energy Recovery Fund». Evidentemente si è parlato anche dell’allentamento delle misure anti-Covid, visto che Conte ha pure annunciato di aver chiesto al Governo «un piano autunnale e invernale, perché potremmo avere una recrudescenza e allora serve programmare le misure per tempo. Il premier Draghi e il ministro Speranza ci rifletteranno e torneremo a confrontarci».