Covid, via le mascherine da venerdì. Speranza: “Segnali incoraggianti grazie a campagna vaccinale”

Covid, via le mascherine da venerdì. Speranza: “Segnali incoraggianti grazie a campagna vaccinale”

Via le mascherine all’aperto dall’11 febbraio indipendentemente dal colore delle regioni.

E in arrivo c’è un provvedimento del ministero della Salute, dice il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa. Si intravede anche la riapertura delle discoteche così come un cambio anche nella capienza degli stadi.

Un annuncio che procede con l’andamento dell’epidemia. Il Covid sembra infatti allentare la sua morsa. Accanto a questo, una iniezione di fiducia viene anche dalle vaccinazioni. Per fine marzo, con il completamento delle terze dosi, circa 12-13 milioni che ancora mancano, ci saranno anche le condizioni per non prorogare lo stato di emergenza. Intanto tornano sotto i due milioni gli italiani attualmente positivi al Covid: in base al bollettino del ministero della Salute sono 1.990.701, un dato che non si registrava dal 9 gennaio, quando erano 1.943.979. Il record dall’inizio della pandemia è stato raggiunto il 23 gennaio scorso, con 2.734.906 italiani positivi.

«Siamo ancora in fase di lotta ma i segnali sono incoraggianti», dice il ministro della Salute Roberto Speranza, che, ad Agorà Pd Basilicata sul tema del Pnrr, parla di «una decrescita del 30% dei casi in una settimana. Questo è stato possibile grazie ad una campagna vaccinale straordinaria».

Il bollettino quotidiano parla ancora di riduzione di casi, anche se il dato risente della giornata festiva della domenica: 41.247 i nuovi contagi da Covid nelle ultime 24 ore contro i 77.029 del giorno precedente, anche se i tamponi molecolari e antigenici sono circa la metà, 393.663 contro 686.544 di ieri, con un tasso di positività al 10,47%, in calo rispetto all’11,2% di ieri. Torna a salire il numero delle vittime, 326 (ieri 229). Sul fronte della pressione sugli ospedali, il bollettino quotidiano del ministero della Salute registra 1.423 pazienti in terapia intensiva, 8 meno di ieri nel saldo tra entrate e uscite. I ricoverati con sintomi nei reparti ordinari sono 18.675, ovvero 177 in più rispetto a ieri. Una pressione che ancora persiste, come emerge dai dati dell’Agenas relativi al 6 febbraio, soprattutto per le rianimazioni dove resta al 15% la percentuale di occupazione, con un calo in Piemonte (che torna al 16%) e una crescita in 11 regioni o province autonome (molte delle quali, nei giorni scorsi, avevano visto un trend in calo). Va meglio per i ricoveri in area non critica che restano stabili al 28% con una crescita in Abruzzo, dove tocca il valore più elevato (38%), ma dove è in atto un riconteggio, Basilicata (26%) e Bolzano (28%).

In generale, dice il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, si va «avanti gradualmente verso la normalità» con una «progressiva rimozione delle misure di contenimento» e si potranno «riaprire attività che sono state particolarmente penalizzate, come le discoteche» e anche il Green pass «sarà rimodulato». La situazione più pericolosa, dice il virologo Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell’ Istituto Galeazzi, resta sempre quella di stare al chiuso senza mascherina. E non è ancora il momento di abbassare la guardia anche per il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta anche se «dai 180mila casi al giorni di metà gennaio siamo scesi ora al di sotto dei 100mila».

Per il prossimo inverno ci sarà circolazione di Omicron ma con un numero minore di casi, «più o meno com’è per l’influenza», dice Sergio Abrignani, immunologo dell’Università Statale di Milano e membro del Cts sottolineando che la stima delle persone che hanno incontrato il virus è intorno ai 15 milioni. E sulla quarta dose dagli Usa arriva la notizia che i Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie la stanno valutando dopo 3 mesi ai fragili.

Infine un’analisi del matematico Giovanni Sebastiani, dell’Istituto per le applicazioni del calcolo `Mauro Picone´, del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), rivela come Omicron sia partita dall’Umbria e dalla Toscana per arrivare dopo un giorno in Lombardia con un picco nelle 3 regioni fra il 3 e il 9 gennaio.

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