Tutti in piedi per una lunga standing ovation.
Quando Sergio Mattarella entra nell’Aula di Montecitorio applaudono da destra a sinistra, anche quelli di Fratelli d’Italia, seppur più tiepidi. Anche in Transatlantico si respira un’atmosfera ben diversa da quella di una settimana fa, quando si era ancora ai veti incrociati, all’astensione, ma già montavano i voti per il presidente uscente, presagio che lo scontro totale sarebbe finito con la conferma dello status quo.
Sono stati giorni «travagliati» anche per lo stesso Mattarella, abito grigio scuro e cravatta blu, ora sorridente dietro la mascherina a Montecitorio, dove arriva per il giuramento del suo secondo mandato dopo aver ricevuto gli applausi e i ringraziamenti della folla assiepata lungo la strada dal Quirinale, mentre risuona la campana di Montecitorio. Lo accolgono il presidente della Camera Roberto Fico e quella del Senato Elisabetta Casellati, mascherina arancione, giacca scura con roselline ricamate di rosso, in tinta con gli orecchini. Avrebbe potuto vivere questa giornata da vera protagonista, se non fosse naufragato il blitz del centrodestra. Discorso simile per Pier Ferdinando Casini, accolto in Aula da un sentito applauso. Ma anche per il nuovo presidente della Consulta, Giuliano Amato, che al fianco di Mario Draghi sorride a Mattarella: «Hai visto che è finita come dicevamo noi. Non come dicevi tu. E va be’ succede, insomma». «È una cosa piuttosto… – sussurra il capo dello Stato – che altera programmi e prospettive».
L’ipotesi Quirinale è sfumata lo scorso fine settimana anche per il premier, che affianca Mattarella all’Altare della Patria e nella sfilata sulla Flaminia decappottabile anni ’60, immagine plastica di un asse istituzionale sempre più solido.
Al giuramento partono i 21 colpi di cannone dal Gianicolo. Il suo input, l’ottantenne ex giudice della Consulta lo snocciola in 38 minuti che somigliano tanto a una lezione di diritto parlamentare, con un cambio di tono quando tocca il tema della giustizia e quando insiste sul concetto di dignità: si contano 55 applausi e varie standing ovation, inclusa quella finale di oltre tre minuti. In tribuna presidenziale è emozionata Laura, la figlia del Presidente, con la famiglia. In platea e Transatlantico trionfano il rosso fra le donne e il grigio fra gli uomini. Spicca la senatrice Laura Bianconi, abito rosso, scialle e tacchi a spillo tricolori. Una deputata del Pd si fa un selfie davanti alla tv con il primo piano di Mattarella, un altro parlamentare ritardatario rischia l’incidente diplomatico con il cerimoniale.
Almeno lui è entrato. È tornato invece a casa il leader leghista Matteo Salvini, fra i quindici grandi elettori trovati positivi al Covid nel migliaio di tamponi rapidi effettuati in mattinata. Era già in quarantena un altro leghista, il governatore del Friuli Massimiliano Fedriga. Mentre Mattarella parla al Parlamento, il suo nome su Twitter è un trend che fa concorrenza a Sanremo. Su Facebook si sfoga invece la senatrice del M5s Cinzia Leone, «indignata», e lo scrive a lettere maiuscole, perché venerdì durante le votazioni le hanno «rubato» il cappotto lasciato su un divano. Niente a che vedere, ovviamente, con i travagli vissuti dal capo dello Stato, che inizia il suo nuovo settennato senza strappi al protocollo, se non il gesto della mano con cui invita l’operatore tv a spostarsi leggermente dal percorso verso la scalinata dell’Altare della Patria. Secondo molti è invece inedito il messaggio del sindaco della Capitale, Roberto Gualtieri, dopo l’omaggio al Milite Ignoto. «I romani le vogliono bene», dice a Mattarella dietro un leggio, con la fascia tricolore indosso. In cielo va in scena lo spettacolo delle Frecce Tricolori. Poi il corteo punta al Quirinale. Un bambino saluta sventolando una bandiera dell’Italia, partono gli onori militari e sullo sfondo, con la pettorina rossa dei carabinieri, sfila Briciola, la cagnolina meticcia adottata dal 4 Reggimento a cavallo, che è al Quirinale da otto anni e non manca una cerimonia.