“Facebook pensa ai profitti piuttosto che controllare i messaggi d’odio”: una nuova ‘gola profonda’ accusa il colosso Usa

“Facebook pensa ai profitti piuttosto che controllare i messaggi d’odio”: una nuova ‘gola profonda’ accusa il colosso Usa

Un nuovo whistleblower, un ex dipendente del gruppo Facebook, accusa il colosso Usa di pensare ai profitti piuttosto che controllare i messaggi d’odio e la disinformazione sulla propria piattaforma.

L’ex dipendente avrebbe fatto una dichiarazione alla Sec, l’autorità finanziaria statunitense. A rilevarlo è il ‘Washington Post’.

Il gruppo fondato da Mark Zuckerberg deve già far fronte alle accuse davanti al Congresso avanzate nei giorni scorsi dall’ex dipendente del gruppo Frances Haugen.

Nella dichiarazione l’ex dipendente, scrive il quotidiano Usa, parla di una conversazione di un alto dirigente del gruppo, Tucker Bounds nel 2017 quando Facebook doveva gestire le polemiche legate alle presunte interferenze della Russia nelle elezioni presidenziali Usa del 2016.

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