E’ stata battezzata “Carbon tax” l’operazione della Guardia di finanza di Catania che, su delega della procura, ha eseguito due arresti domiciliari e tre obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria a carico di cinque persone indagate per emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, occultamento e distruzione di scritture contabili nonché di bancarotta fraudolenta aggravata. Disposto il sequestro, anche per equivalente, delle disponibilità finanziarie degli indagati fino a 2 milioni di euro, pari all’evasione dell’Iva derivata da un giro di false fatturazioni, emesse nel periodo 2012/2016, del valore complessivo di 14 milioni di euro; di due società commerciali, R&R srl e T&C srl, attive nel settore del trasporto di merci su strada con sede a Catania. Ai domiciliari Giuseppe Rapisarda, 62 anni, e il figlio Vincenzo, di 39, rispettivamente rappresentante legale e amministratore di fatto della R&R srl.
L’indagine è partita dagli esiti di cinque verifiche fiscali eseguite dal Nucleo di Polizia Economico-finanziaria che complessivamente avevano portato alla luce redditi non tassati per 6 milioni di euro, imposte non versate per un milione di euro e l’omessa applicazione di Iva per 3 milioni di euro. La società aveva utilizzato documenti contabili falsi (creati per frodare Fisco, imprese concorrenti e creditori) emessi da diverse società fittizie costituite ad hoc e gestite direttamente dalla famiglia Rapisarda: proprio i due Rapisarda sono risultati a capo di tale gruppo societario, di fatto un’unica realtà aziendale creata per conseguire, su più fronti, vantaggi illeciti. I finanzieri hanno posto l’attenzione su fatture legate alla movimentazione di bancali, attività di trasporto e facchinaggio emesse a favore della R&R srl da un’impresa che, di fatto, per eseguirle non aveva alcuna struttura organizzativa ne’ mezzi, ne’ macchinari. Tali documenti, rispetto ai quali la società emittente non ha mai versato la relativa Iva, sono esclusivamente serviti per accrescere in bilancio i crediti erariali.