L’ennesima ricaduta abbondante di cenere ha provocato molta preoccupazione nel sindaco di Milo Alfio Cosentino:
“Un disastro, sono avvilito e disperato. Il paese è sommerso da un tappeto alto 5 centimetri di cenere vulcanica. Circa 7 kg per metro quadrato, caduti nello spazio di due ore, dalle 18 alle 20, dopo il nuovo risveglio dell’Etna e la ripresa dell’attività stromboliana del cratere di sud-est documentata dai bollettini Ingv”.
Una vicenda non nuova che ha spinto il primo cittadino a valutare decisioni estreme al fine di ottenere un concreto aiuto allo Stato.
“Come sindaco sono pronto anche a gesti eclatanti – aggiunge – se serve andrò dal prefetto a consegnare la mia fascia tricolore. Questo della cenere dell’Etna, che si ripresenta da ormai sette mesi, è un problema insostenibile sia per noi amministratori che dobbiamo ripulire strade, piazze, il cimitero e i tetti degli edifici pubblici come le scuole, il municipio, sia per i privati che devono pure sostenere spese consistenti che intaccano i risparmi delle famiglie.
“Come Comune – sottolinea Cosentino – abbiamo impegnato e ancora non pagato alle ditte private circa 300 mila euro, una cifra enorme per un comune di appena mille abitanti. Occorre che la Regione Siciliana, anche tramite la Protezione Civile, dia supporto alle comunità e alle amministrazioni. Perché se è vero che non si attiva lo stato di emergenza, riservato solo a terremoti, eruzioni e incendi, nessuno può negare che questo della cenere sia un’urgenza silenziosa, continua”.
Il primo cittadino di Milo ha evidenziato che l’emergenza cenere provoca problemi anche alle produzioni agricole: agrumi, ortofrutta e viticoltura; quest’ultima è una delle principali fonti di economia per l’economia tanto che nei prossimi giorni nel piccolo comune etneo è in programma la 41esima ViniMilo.
“Ma adesso siamo in emergenza – conclude – occorre intervenire subito, perché da sindaco ho l’impegno civile e morale della salute pubblica e dell’incolumità dei cittadini, e la cenere per le strade provinciali, di competenza della Città Metropolitana, è anche un fattore di rischio per la viabilità. Abbiamo visto tanti proclami ma pochi risultati. Così non si può andare avanti”.