Saranno celebrati oggi pomeriggio alle ore 17 presso la parrocchia dello Spirito Santo di viale dei Platani di Paternò i funerali di Andrea Distefano,
il giovane agricoltore di 30 anni morte mercoledì lungo la SP 15 non distante da Ponte Barca, mentre a bordo del suo trattore che trainava un carrello su cui era adagiata una botte di acqua, si stava recando presso Ponte Barca per cercare di spegnere un incendio che stava interessando un vasto terreno agricolo.
A Paternò è lutto cittadino.
Andrea Distefano viene descritto da amici e parenti come un giovane molto generoso. In questa estate caratterizzata da incendi che potrebbero essere nella stragrande maggioranza dei casi dolosi, Andrea era intervenuto per spegnere i roghi che non avevano interessato solo le sue proprietà, ma anche in soccorso di altri agricoltori e imprenditori le cui aziende erano state minacce dalle lingue di fuoco. Una persona che ha aiutato fornendo anche acqua agli uomini antincendio. Da premettere che l’azione di solidarietà non solo era portato dal 30enne morto ma anche da altri imprenditori della zona. Un mutuo e reciproco soccorso per sopperire là dove Stato, Regione e Comune non arrivano.
Sulla questione incendi ritorna l’imprenditore agricolo Emanuele Feltri,
il quale sulla propria pagina social ha specificato le richieste inoltrate a chi di dovere dopo gli incendi devastanti dello scorso 11 luglio che colpirono l’area dell’oasi naturalistica di Ponte Barca.
“Avevamo chiesto di pattugliare la zona dell’Oasi di Ponte Barca. Perché limitrofa alle nostre aziende agricole. Abbiamo chiesto un pattugliamento della forestale. Perché se il lato sinistro era già stato incendiato, rimaneva il lato destro dell’oasi, e certamente l’avrebbero incendiato. Avrebbero dovuto pattugliare, piazzare foto trappole, telecamere -scrive Feltri-. Avremmo potuto e dovuto prendere la manovalanza che in maniera organizzata, sta distruggendo il nostro territorio e mandando in fumo, anni di sacrifici. Nulla di tutto questo è stato fatto”.
Ed ancora Feltri ha evidenziato che Andrea, così come tanti altri agricoltori e allevatori, “dopo che i pompieri erano stati chiamati e abbiamo usato tutti i canali a noi conosciuti, per allertare tramite l’Ars, le forze di protezione civile e forestale, abbiamo provato a fronteggiare l’incendio. Abbiamo tentato di difendere il nostro pane, la nostra terra”. Feltri evidenzia che con la morte di Andrea è morta “la fiducia verso le istituzioni, sempre più distanti dai nostri problemi reali.Ieri gli agricoltori e gli allevatori erano in lacrime. La rabbia per una morte che poteva essere evitata. Ieri, allevatori e agricoltori della Valle del Simeto. Si sono guardati negli occhi. Si sono parlati. Hanno stretto un patto d’unione.
Questo è l’anno zero. Il fiume in secca con grosse responsabilità di gestione errata delle acque. L’Oasi è distrutta. I nostri terreni inceneriti. Questa è la nostra casa. La nostra valle. Il nostro legame con la terra. Il nostro lavoro. La nostra speranza per rimanere e costruire un futuro per le generazioni a venire. Da qui dobbiamo ripartire e le distanze istituzionali devono essere colmate.Tutti i nostri sacrifici non possono essere vanificati.Bisogna capire e fermare i grossi interessi che attraverso questa violenza organizzata, tentano di piegarci. Non un solo passo indietro. Alla rabbia segue la proposta e il lavoro che faremo insieme. Anche per Andrea”.