Da poco nata, ha già ambizioni di fare cose grandi. La sezione Ibla Major di Paternò ha ottenuto l’autorevole riconoscimento dell’Archeoclub d’Italia, che arriva all’indomani della visita a Paternò dell’assessore regionale ai Beni culturali e dell’Identità siciliana Sebastiano Tusa. Paternò città delle regine, sede di re Martino II, e della Regina Bianca di Navarra, ancora prima sede di potenti patrizi romani, non poteva rimanere priva di un’associazione culturale che avesse l’interesse di conservare e valorizzare tutti i beni culturali del territorio dell’antica Ibla Major.
Le attività promosse dall’Archeoclub d’Italia sono molteplici tutte svolte su base volontaria, grazie al contributo dei soci iscritti. E’ un club di aggregazione per tutti coloro che amano l’arte, il territorio e che hanno a cuore il futuro del grande patrimonio storico culturale. La sezione di Paternò ha aderito, al movimento nazionale dell’Archeoclub d’Italia.
“Il nostro territorio Paternò-Ibla Major – dice il presidente l’architetto Francesco Finocchiaro – non registra da più di dieci anni attività afferenti all’Archeoclub. Come l’Araba Fenice desideriamo risorgere per dare il nostro contributo”. Il gruppo ha raccolto la promessa di future adesioni, autorevoli e competenti. Piano di lavoro, è il futuro della ricerca storica nella città antica di Ibla Major, collaborando con l’amministrazione locale, come faro a salvaguardia del territorio.
A Finocchiaro, come vice presidente con delega ai rapporti con le istituzioni si affianca l’avvocato Paolo Di Caro; segretario l’ingegnere Mirco Oliveri, tesoriere l’architetto Angelo Perri. Di seguito un pool operativo qualificato, il professore e giornalista Francesco Giordano come coordinatore alla ricerca storiografica. Coordinatore alla ricerca sperimentale, altro volto noto, il geologo Salvo Caruso. Coordinatore per rilievi e cartografie l’architetto Giuseppe Mirenda. Responsabile del settore giovanile Chiara Bonomolo. Responsabile per la documentazione e l’archiviazione Luca Befumo. Per la comunicazione esterna l’editore Ludovico Lizzio, coadiuvato dal giornalista Alfio Cartalemi.