M5S, l’ultimo tentativo di pace è un ‘reset’ tra Grillo e Conte. Di Maio: “Strada in salita”

M5S, l’ultimo tentativo di pace è un ‘reset’ tra Grillo e Conte. Di Maio: “Strada in salita”

E’ l’ultimo tentativo per evitare un’altra spaccatura in M5s, dopo lo scontro tra Beppe Grillo e Giuseppe Conte.

“La strada è in salita, lo ammette anche Di Maio. “Non è semplice ma troveremo una soluzione comune per far ripartire questo progetto il prima possibile”, dice il ministro degli Esteri che ieri per cercare di riportare il sereno nel mondo M5s si è recato, insieme al presidente della Camera, Roberto Fico, nella residenza di Beppe Grillo a Marina di Bibbona.

Il lavoro di mediazione, promosso pure dai gruppi parlamentari di Camera e Senato, va avanti. Ora dopo il post del fondatore del Movimento che ha sospeso le votazioni sul direttorio e nominato un comitato direttivo dei sette, il confronto riparte sullo statuto. Una sorta di ‘reset’, in un campo nel quale Grillo e Conte non sono riusciti a trovare l’accordo, ci penseranno i giocatori in prima linea a escogitare un compromesso.
Evitato per il momento lo spettro della scissione quindi.

Nelle prossime ore la squadra dei sette (oltre ai capigruppo ci sono proprio Di Maio e Fico, il ministro Patuanelli e “il presidente del comitato di garanzia” Crimi) si metterà al lavoro per smussare gli angoli. Non è stato fissato un ‘timing’ anche se Grillo ha chiesto celerità. Plaudono i ‘big’ (da D’Uva a Castaldo, da D’Inca’ a Sibilia, da Di Stefano ai vari Ferrara e Berti) e soprattutto c’è l’avallo dell’ex premier Conte all’operazione portata avanti dai pontieri. Il giurista pugliese ha sottolineato di essere d’accordo, del resto prima che emergesse lo scontro con il ‘garante’, aveva detto di voler procedere nel segno dell’unità, senza divisioni. Poi l’incontro tra l’ex comico e i parlamentari ha fatto saltare i ponti del dialogo, quel “Conte non è del Movimento” ha creato una distanza enorme con Grillo.

Nei fatti però occorrerà capire quale sarà il punto di sintesi che si troverà. Grillo dovrebbe rinunciare ad alcuni poteri che aveva nel vecchio statuto, soprattutto quelli legati alla possibilità di intervenire sulla linea politica. E’ vero che i grillini rimarcano come il fondatore M5s sia sceso in campo in poche occasioni negli ultimi anni, soprattutto quando si è dovuto decidere se sostenere l’esecutivo Draghi, ma l’ex presidente del Consiglio ha sottolineato anche nell’ultima conferenza stampa che i ruoli devono essere ben definiti, che non è possibile alcuna diarchia. Ecco il motivo per cui anche oggi ha fatto sapere che rimarrà fermo sui principi fondamentali su cui si è già espresso con chiarezza. La frattura non si è ancora ricomposta, sia Grillo che Conte attenderanno il lavoro del comitato. Ma il sì di Grillo e di Conte ad una mediazione è comunque una schiarita, considerato che una scissione – è la convinzione nei gruppi parlamentari – non convenga a nessuno dei due. I sondaggi potrebbero ‘punire’ entrambi, fermo restando che anche i fedelissimi dell’ex premier, tra i quali diversi ‘big’, non hanno nascosto i dubbi sulla prospettiva di lasciare il Movimento. La vera partita si apre ora ma intanto nel Movimento 5 stelle si tira un sospiro di sollievo.

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