”Felicità, senza dubbio. E leggerezza, perché non sei stato un anno aggrappato con i denti a un risultato. Parlo da imprenditore e da tifoso. Se sei parte di uno staff la gioia per un successo ti centuplica l’adrenalina. Purtroppo vale anche per l’opposto, e di sconfitte e amarezze ne ho provate tante. Guardare le cose stando un passo indietro rende tutto più dolce, forse più autentico, più bello. È ciò che ti insegnano i critici d’arte: la giusta distanza è il segreto per capire un quadro”.
Massimo Moratti commenta, in un’intervista a Repubblica, la vittoria dello scudetto dell’Inter, il primo da non presidente.
”È stato un lungo respiro – prosegue Moratti – Da un certo momento in poi si è capito che l’Inter avrebbe vinto. Il derby di ritorno con il Milan, a proposito complimenti a Pioli, credo abbia convinto la squadra del suo destino. Direi che la Juventus ha deciso di non giocarlo questo campionato”.
E a proposito della rivalità con i bianconeri, e dei veleni, durante la sua presidenza, Moratti dice che ”il calcio a volte ti fa dire cose cattive al di là delle ragioni e dei torti. Non rinnego adesso le mie convinzioni di allora, forse userei parole differenti per esprimerle. E il calcio, non dimentichiamolo, è anche una impresa. Succede che quelli bravi da avversari lo diventino ancora di più quando li porti dalla tua parte. Sono le leggi del mercato. Marotta sarebbe un ottimo amministratore delegato in qualsiasi grande società.
L’Inter non lo ha preso per fare dispetto alla Juve”. Parole di elogio, ancora, per Antonio Conte: ”Ha saputo giocare più di un ruolo in commedia e lo ha fatto a modo suo, consapevole delle difficoltà che aveva attorno. Ha sorretto, blandito, minacciato, recuperato anime sconfortate e armonia dell’ambiente. La squadra è diventata società, era più facile abbandonare la scialuppa in mare e stare a vedere su quale spiaggia sarebbe approdata.
Ma sarebbe parziale fermarsi al Conte motivatore: è un grande tecnico, pensi soltanto a come ha saputo ricostruire Eriksen per farlo diventare determinante nello sprint decisivo. E Lukaku, uomo cassaforte, gigante protettore di bambini, uomo buono e generoso. Date la palla a lui e farà gol o lo farà fare a qualcuno. E Bastoni: modesto, intelligente, il futuro. Quanto a Zhang, spero che porti buone notizie e rimanga, augurandoci che si possa presto tornare a riempire gli stadi in sicurezza”.