Il governatore del Veneto, Luca Zaia, aspetta l’ok dell’Ema per comprare il vaccino russo Sputnik.
Lo ha detto lui stesso in un’intervista al quotidiano La Stampa.
Alla domanda se voglia ancora comprare lo Sputnik, Zaia ha risposto così:
“Se fosse autorizzato dall’Ema, sì. Del resto, sono stato il primo a proporlo. Tutti i vaccini in giro per il mondo hanno pari dignità: basta che funzionino. Invece siamo vittime di un retaggio culturale per cui se qualcosa arriva da Est e non da Ovest è una fregatura. Ma i cinesi hanno già inoculato 140 milioni di dosi e non sono alla preistoria. Beninteso, parlo solo di vaccini autorizzati”.
Quanto alla domanda sul presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, che ha fatto un accordo per lo Sputnik, Zaia ha detto:
“Io non polemizzo. De Luca ha fatto un pre-accordo: quando lo Sputnik sarà validato, lui lo comprerà. Lo Sputnik è stato offerto anche a noi, ma in assenza di autorizzazione non l’abbiamo preso. Il via libera dell’Aifa o no ci vuole o no? E poi De Luca ha pubblicamente ringraziato l’ambasciatore italiano a Mosca. Qui il Governo deve chiarire, perché se il suo rappresentante a Mosca ha dato una mano a una regione, allora prendo atto del ‘liberi tutti’ e ognuno si organizza per conto suo”.
Zaia lancia poi un paragone fra Draghi e Churchill:
“È un governo di responsabilità nazionale che serve per vincere la guerra al Covid. Come quello che fece Churchill per vincere la guerra al nazismo”.
E ancora:
“Il principio è lo stesso. Io Draghi personalmente non lo conosco, ma serve un governo che riduca al minimo il dibattito politico per concentrarsi sulle vaccinazioni. Mi sembra che l’abbiano capito anche i segretari dei partiti”. Inoltre, sulle riaperture: “Basta giocare ai guelfi e ai ghibellini. Con responsabilità, Matteo (Salvini ndr.) ha spiegato che si riapre solo se ci sono le condizioni sanitarie. In pratica, se gli ospedali sono più vuoti che pieni. Nell’ultimo Dpcm di Draghi è scritto che saremo in zona rossa fino al 30 aprile, salvo la verifica dei parametri. Esattamente quel che dice Salvini”.
E alla domanda su cosa riaprirebbe per primo se potesse scegliere, il governatore del Veneto dichiara:
“Questo devono dirlo i tecnici. Dobbiamo usare il buonsenso fra aperture e regole evitando che passi il concetto che il virus non esista più. Però ora i vaccini ci sono, il che vuole dire che prima combattevamo all’arma bianca, adesso con le armi intelligenti. C’è una bella differenza”.
La responsabilità della lentezza nella vaccinazione, Zaia la attribuisce all’Europa:
“Mi sembra chiaro che chi ha preso gli accordi con i produttori non è mai andato a comprare il pane e il latte. Bisognava mandare a trattare qualcuno come Marchionne, non dei burocrati. Attenzione: io sono d’accordo che debba esserci una regia europea negli acquisti, altrimenti si scatena la guerra fra poveri. Ma la regia ha funzionato male”.
E sul futuro italiano post pandemia:
“Credo in un nuovo Rinascimento. Dicevano gli antichi romani che si ricostruisce dalle ceneri, non dalle macerie. Noi ormai alla cenere ci siamo arrivati. Ma possiamo ricostruire, a due condizioni. Prima: se non spendiamo i 209 miliardi del Recovery in monopattini e banchi a rotelle. Seconda: se iniettiamo liquidità alle imprese e quindi al lavoro. Il senso della Lega al governo è tutto qui”.