Il caso Montante piomba sull’Assemblea regionale siciliana e accelera l’insediamento della Commissione regionale Antimafia e anticorruzione, nonché la nomina, con amplissimo consenso, di Claudio Fava a presidente. Fava è stato eletto, con 11 voti favorevoli su 12 presenti. I componenti della commissione sono: Antonino De Luca e Roberta Schillaci (M5S), Rossana Cannata e Tommaso Calderone (Forza Italia), Giuseppe Lupo e Luisa Lantieri (Pd), Giorgio Assenza (Db), Carmelo Pullara (Autonomisti e popolari), Margherita La Rocca Ruvolo (Udc), Gaetano Galvagno (Fdi), Nicola D’Agostino (Sicilia Futura).
L’arresto dell’ex presidente di Sicindustria, accusato di avere creato una rete di talpe i cui snodi erano investigatori ed esponenti dei Servizi e che consentiva anche di venire a conoscenza persino di verbali secretati dall’Antimafia nazionale, ha spinto i deputati di Palazzo dei Normanni a fare in fretta: immediata la convergenza su un nome autorevole e forte come quello di Fava che della Commissione parlamentare è stato vice presidente. Avviene nel giorno in cui rimbalza la notizia dell’iscrizione nel registro degli indagati, nell’ambito della medesima inchiesta anche dell’ex governatore Rosario Crocetta e dell’attuale presidente di Sicindustria Giuseppe Catanzaro, per anni molto vicino a Montante. “Sono preoccupato, lo sono da parlamentare, da presidente della commissione Antimafia e da cittadino. Sono preoccupato – sono state le prime parole di Fava dopo la nomina – davanti all’idea di una sorta di governo parallelo che si è costruito nel corso degli anni anche dinanzi a una colpevole distrazione di tanti”. Molte di queste cose “erano conosciute, erano state intuite ed erano intuibili. Sono rimasto stupito del livello di disponibilità che era stato offerte a questo sistema parallelo di potere. Pensare che i Servizi fossero a disposizione per garantire informazioni, per violare riservatezze, mi porta a chiedermi quale capacità di persuasione aveva Montante per ottenere la disponibilità e la collaborazione di persone ai massimi livelli istituzionali. Siamo di fronte a qualcosa che merita una riflessione anche sul modo in cui in Sicilia è stato tollerato un governo parallelo dei processi politici, economici, finanziari, dove molte scelte venivano assunte nei luoghi che non erano quelli propri delle istituzioni”. Per Fava occorre restituire alla politica “piena responsabilità sulla frontiera della lotta alle mafie. E credo che sarà compito di questa Commissione dare un contributo rigoroso, limpido e sobrio. L’antimafia non può essere un titolo onorifico o un salvacondotto politico ma un lavoro del fare. Per il paese e non per se stessi, per produrre cultura civile e politica, per costruire utili strumenti di legge, per capire e far capire, per andare a vedere dove nessuno ha mai spinto lo sguardo”.
FAVA: “L’ANTIMAFIA TORNI AD ESSERE UN SERVIZIO, NON UNA CARRIERA”
“L’antimafia – prosegue Fava – deve tornare ad essere un servizio, non una carriera. Sono consapevole della responsabilità che tutti ci assumiamo varando, proprio in questi giorni, la Commissione antimafia siciliana”.
Le notizie di queste ore, prosegue Fava, “proiettano un’ombra su molte vicende recenti e ci chiedono di riconsiderare sotto una luce diversa fatti, storie, carriere. Una ragione in più per considerare questa Commissione anzitutto un concreto strumento di lavoro”. Soddisfatto il presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè: “Sono molto contento che la commissione sia presieduta da Claudio Fava. A pochi giorni dalla commemorazione di Giovanni Falcone, è un bel segnale di come la politica sia unita nella lotta alla mafia. Claudio Fava – ha aggiunto – è sicuramente una personalità che conosce bene il fenomeno mafioso e della corruzione e, considerata la sua esperienza in seno alla commissione nazionale Antimafia, sarà certamente un ottimo presidente”. “L’elezione di Claudio Fava alla guida della commissione Antimafia è un bel segnale da parte dell’assemblea Regionale Siciliana. Adesso bisogna mettersi al lavoro e sfruttare a pieno anche le nuove competenze che la commissione ha sul terreno della corruzione oltre che su quello di indagine parlamentare sulla mafia e sulla criminalità organizzata”, dicono Giuseppe Lupo e Luisa Lantieri, componenti Pd della commissione Antimafia all’Ars. “Sono certo che l’elezione di Claudio Fava alla presidenza della Commissione regionale Antimafia sia la scelta migliore. Ha infatti i requisiti e l’esperienza necessaria. Peraltro si ritrova a doversi confrontare con lo scandalo di questi giorni che coinvolge pienamente la Regione. Ora che risulta indagato Crocetta, e con lui gli ex assessori Lo Bello e Vancheri, occorre comprendere cosa sia accaduto sul piano amministrativo. C’è tanto lavoro da fare, a partire dalla promozione della legalità tra le nuove generazioni. Il compito che ci attende è veramente di grande responsabilità”, sostiene Nicola D’Agostino, capogruppo di Sicilia Futura. L’elezione di Claudio Fava è una buona notizia e arriva al momento giusto”, per il presidente di Arci Sicilia Salvo Lipari. “Stiamo vivendo una fase delicata segnata da inchieste con retroscena inquietanti – aggiunge Lipari – e nei prossimi mesi il lavoro per la Commissione non mancherà. Per questo è fondamentale che a guidarla ci sia una persona che ha già dimostrato di avere tutte le carte in regola per affrontare questioni così importanti”.