“Per 5 milioni di bambini del primo ciclo sono riprese le lezioni in presenza in quasi tutta Italia. Adesso stiamo provando a riportare la maggior parte degli studenti delle superiori a scuola, e stiamo lavorando come ministero per analizzare gli effetti di questi mesi sugli apprendimenti rispetto al fatto che è stata fatta la didattica a distanza”.
Lo ha detto la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, in occasione della presentazione degli interventi per contrastare le povertà educative e la dispersione scolastica che saranno realizzati in collaborazione con il Terzo Settore e l’associazionismo.
“Sappiamo che questa crisi ha pesato e pesa sui nostri studenti – ha aggiunto Azzolina – e sappiamo anche, è evidente, che chi appartiene a una fascia debole dal punto di vista economico e sociale la paga due volte questa crisi.
E’ in questo contesto che si inseriscono i partner di altissimo livello che ringrazio tutti perché fin dall’inizio della pandemia senza mai risparmiarsi ci hanno dato una mano per raggiungere i più deboli, quei ragazzi e ragazze che sono più a rischio di dispersione scolastica che vivono delle situazioni di svantaggio. Ci hanno aiutato a contrastare la povertà educativa, a contrastare la dispersione scolastica”.
“Io so bene che questo lavoro spesso è poco visibile anche i media perché è un lavoro che si svolge nelle periferie, lavoro che si svolge lontano dagli sguardi e anche dal cuore di tanti cittadini. – ha sottolineato Azzolina – Ma qui parliamo delle vite milioni di bambini e di bambine che sono più in difficoltà, che non hanno tutti i mezzi che hanno altri e che hanno maggiore bisogno da parte dello Stato che deve essere ancora più presente per potersi occupare di loro con forza e con coraggio. Significa rispettare l’articolo 34 della Costituzione che richiama a dei doveri anche i più deboli raggiungere il più alto grado di istruzione”.
“I prossimi mesi saranno cruciali ed è importantissimo oggi lavorare ancora di più perché nessuno venga lasciato indietro – ha aggiunto Azzolina – non sappiamo quando usciremo da questa pandemia, non sappiamo gli effetti, e quindi dobbiamo lavorare con ancora più forza”.