Chi dà il nome alle operazioni delle forze dell’ordine? Ignoro se ci sia un titolista ufficiale – come il grafico che disegna le locandine dei film – oppure se esista una speciale squadra di lavoro che si occupa di nomare le varie operazioni. Di sicuro, una volta individuato, l’autore dovrebbe essere sottoposto alla misurazione del tasso alcolemico. A briglia sciolta, senza che nessuno li controlli, questi parolieri in divisa tirano fuori dei nomi e delle definizioni sospesi tra il cimento linguistico e la descrizione terra terra. Come avreste chiamato l’operazione antitruffa, portata a termine nel Siracusano, contro l’olio adulterato ? Sotto torchio, che domande ! ( visto che le indagini non hanno subito intralci, per un po’ aveva preso quota anche l’ipotesi ‘liscia come l’olio’, poi accantonata ). Al Comune di Palermo, tempo addietro, la magistratura ha messo le mani su una organizzazione formata da dipendenti specializzati nel farsi dare mazzette in cambio del rilascio di autorizzazioni e licenze. Nome dell’operazione “Eat to Eat”, libera traduzione anglosassone di “mangia e fai mangiare”. Anni fa, nella sala stampa di un reparto delle forze dell’ordine, un gruppo di giornalisti convocato in conferenza stampa si trovò parato di fronte un bel cartellone con il nome dell’operazione “Coraggio Puntese” e le fotine degli estorsori finiti in manette. Uno dei cronisti chiese banalmente in quale settore operasse il coraggioso commerciante di S. Giovanni la Punta. “Ve lo chiedo per piacere – fu la subitanea risposta dell’alto in grado, ignaro di ciò che era stato scritto sul cartellone – non dite che è di S. Giovanni la Punta, altrimenti lo mettiamo nei guai”. Nessuno aveva avvertito il titolista.