“A fronte di tutte le manchevolezze di cui si è macchiato il governo durante l’emergenza sanitaria non è che se la possono cavare con una pacca sulla spalla.
Lo Stato deve risarcire con cifre adeguate i familiari degli operatori sanitari deceduti a causa del Covid e dare un indennizzo serio a quelli che si sono ammalati gravemente”.
A chiederlo, intervistato dal quotidiano Libero, è Roberto Carlo Rossi che dal 2012 presiede l’Ordine dei medici chirurghi e degli odontoiatri di Milano ed è anche a capo del Sindacato nazionale autonomo medici italiani della Lombardia.
“Abbiamo pagato un tributo altissimo al virus: non avevamo neanche le mascherine, e la colpa non è certo nostra. In certi momenti la catena di comando è stata schizoide: un giorno il governo diceva una cosa e il giorno dopo un’altra. A livello centrale veniva emanata una direttiva, e le regioni procedevano in modo diverso.
A marzo abbiamo lavorato nel caos più totale. I medici e il personale sanitario non avevano abbastanza dispositivi di protezione individuale”, racconta. “In Italia il 12-13% dei contagiati sono medici, infermieri e operatori del settore. È una percentuale enorme rispetto ad altre nazioni. Non parlo della Cina, perché non si sa quali sono i numeri reali, ma il raffronto con la Germania è impietoso: là la percentuale è vicina allo zero”.
Per questo chiede un risarcimento per i familiari dei deceduti: “100 mila euro: è una sciocchezza, me ne rendo conto, ma quantomeno sarebbe un segnale tangibile da parte dello Stato. Tenga presente poi che tantissimi colleghi hanno subìto danni permanenti: chi ha avuto una polmonite interstiziale doppia, anche se fortunatamente se l’è cavata, non starà molto bene tra una decina d’anni, con una fibrosi polmonare”.
Per loro la richiesta è “qualche centinaio di euro al mese, secondo le tabelle pensionistiche di guerra. Abbiamo scritto al presidente del Consiglio, al ministro della Salute e ai presidenti di Camera e Senato”, facendo riferimento alla legge 210 del 1992 che impone di risarcire i soggetti danneggiati da complicanze di tipo irreversibile dovute a vaccinazioni obbligatorie o trasfusioni.
“Si sapeva da tempo della circolazione di questi virus. Si conoscevano la Sars-1, la Mers, l’H1N1. Prima del Covid ci sono stati altri virus che potevano dar vita a una pandemia. Eppure, dopo anni, nei nostri ospedali e nelle strutture sanitarie sono mancate le mascherine. C’era tutto il tempo di prepararsi”. Oltre alla questione dei risarcimenti c’è quella dei bonus.
“L’Enpam (l’ente nazionale di previdenza e assistenza dei medici e degli odontoiatri, ndr) ha messo a disposizione mille euro per i liberi professionisti che hanno avuto un calo del fatturato. Poi c’è il bonus di 600 euro per il personale sanitario contagiato. Si tratta di una somma una tantum. La verità è che chi ci ha chiamato ‘eroi’, oltre ad aver speso tante belle parole, non ha fatto niente”, conclude Rossi.