“Capisco bene la voglia di non arrendersi raccontata nel film di Alberto Rizzi. Il protagonista ha perso tutto nel terremoto in Emilia ma non si arrende all’idea che tutto debba finire così. Anche io ho avuto una tragedia terribile nella vita. Ho perso tutto nell’incendio della mia casa, mio marito (Alain-Philippe Malagnac, ndr), i ricordi, i quadri, tutto. Ma devi farti forza e ricominciare, lo so”.
E’ la confessione che Amanda Lear fa in un’intervista al ‘Corriere della Sera’ parlando del film ‘Si muore solo da vivi’ (prodotto da Nicola Fedrigoni e Valentina Zanella, per KPlusFilm distribuito da Fandango, on demand da domani sulle principali piattaforme), in cui fa un cameo interpretando il ruolo di un’impresaria musicale. Nel cast Alessandro Roia e Alessandra Mastronardi.
“Sono Giusi Ganaglia, una specie di impresaria musicale che se la tira un po’ a cui si rivolge il protagonista, ex leader di una band”, spiega la Lear che confessa di amare il lavoro con i giovani: “Hanno luce e quando sentono il mio nome non si fermano ai cliché”, dice.
E aggiunge guardinga: “Non si sa mai, forse sono gli Scorsese e Coppola di domani, il talento va incoraggiato”.
Amanda Lear confessa di avere passato il periodo di isolamento “in Provenza a casa mia, sono scappata da Parigi all’inizio di marzo. Stranamente dopo tutto questo tempo in campagna quasi quasi non ci torno più.
Il lavoro non c’è. E poi, a cosa serve correre come dei matti: sfilate, fashion week, serate? Mi manca il teatro, quello sì e non vedo come potrà veramente ripartire”.
“Ho fatto di tutto di più – osserva la Lear – Se ci ripenso la cosa più sorprendente è il successo con la musica, pezzi come Tomorrow, ho venduto 28 milioni di dischi. Non mi considero grande cantante, lo sono Mina e Ornella Vanoni”.
E racconta della sua vita fatta di incontri “fantastici e imprevisti. Chi si aspettava mai di trovare in un locale Salvador Dalí, o che un’amica mi presentasse David Bowie? Creativi, geniali, ho imparato tante cose, liberato la creatività”.
La cantante e attrice ricorda il suo incontro con Federico Fellini: “Era a Cinecittà, girava forse Satyricon. Mi guarda e dice: ‘Sei bellissima, a me serve una gigante con tre teste, una nana, non una modella alta, magra e bionda. Torna a trovarmi quando sarai brutta’.
Adesso potrei andare ma non c’è più lui”, commenta ironica. E sul futuro, dice: “Mi dicono: devi pensare a mettere via soldi per la vecchiaia. Non sarò mai vecchia, perché devo mettere i soldi da parte? Li spendo e si vedrà”.