Nuovo colpo ai fiancheggiatori del boss mafioso Matteo Messina Denaro. Dalle prime luci dell’alba è in corso una vasta operazione che vede impegnati oltre 100 uomini, tra Carabinieri del Nucleo Investigativo di Trapani e del Raggruppamento Operativo Speciale nonché personale della DIA, che stanno eseguendo 12 ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal GIP presso il Tribunale di Palermo, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia della locale Procura della Repubblica, nei confronti di altrettanti soggetti ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione e favoreggiamento nonché fittizia intestazione di beni tutti reati aggravati dalle modalità mafiose.
Tra gli arrestati c’è anche l’imprenditore del settore eolico Vito Nicastri tra le 12 persone finite in manette a Trapani con l’accusa di aver favorito la latitanza del numero 1 di Cosa nostra Matteo Messina Denaro. Nicastri, nome di primissimo piano delle energie rinnovabili in Sicilia, negli anni scorsi ha subito uno dei maggiori sequestri di beni della storia, per circa 1,3 miliardi di euro. A gettare ombre sull’origine del suo successo economico sono stati alcuni collaboratori di giustizia, tra cui il pentito Lorenzo Cimarosa, oggi deceduto, che parlò di una borsa piena di soldi che l’imprenditore fece avere, tramite un altro uomo d’onore, proprio a Matteo Messina Denaro per finanziarne la latitanza.
L’operazione costituisce “l’esito di un’articolata attività investigativa, avviata nell’aprile del 2014 sotto il coordinamento della DDA di Palermo, che ha consentito di cristallizzare una serie di condotte criminose poste in essere da esponenti delle famiglie mafiose di Vita e Salemi, ritenuti possibili favoreggiatori del latitante Matteo Messina Denaro”.