Spesso durante la prima visita i miei pazienti mi riferiscono di credere di essere intolleranti a qualcosa che crea loro diversi problemi o addirittura li fa ingrassare. Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza sull’argomento iniziando a fare una distinzione tra Allergie e Intolleranze. Come primo elemento di differenziazione possiamo ricordare che le allergie sono reazioni che coinvolgono sempre il sistema immunitario, mentre le intolleranze sono condizioni in cui non vi è tale coinvolgimento.
Le allergie coinvolgono il sistema immunitario e si manifestano con sintomatologia quale: ostruzione della laringe, asma, orticarie, crampi addominali, diarrea. Tali manifestazioni si registrano a prescindere della quantità che viene assunta.
Le intolleranze alimentari, al contrario, non coinvolgono il sistema immunitario. La quantità del cibo assunto determina la risposta del nostro corpo. Per questa ragione ancora oggi non esistono, salvo rare eccezioni, dei test validati scientificamente per studiare ed eventualmente diagnosticare una o più intolleranze alimentari.
L’eccezione più importante è quella dell’intolleranza al Lattosio: tale stato patologico viene determinato dalla mancanza dell’enzima lattasi indispensabile per la digestione del lattosio. Da qualche anno si è unita tra le altre intolleranze riconosciute scientificamente la “sensibilità al glutine” manifestazione clinica riconoscibile ma ben diversa dalla malattia della Celiachia.
Nonostante sia chiara alla comunità medico-scientifica la non validità dei test per le intolleranze alimentari, in molti sono quelli che “vendono” vari test consapevoli che non hanno attendibilità e validità scientifica. Creando nei pazienti spesso dei comportamenti alimentari scorretti senza nessun motivo, privandoli di alimenti che potrebbero essere importanti nell’equilibrio alimentare. Ma ancora più grave sarebbe allontanare il paziente a visite specialistiche che diagnosticherebbero problematiche importanti.
Quindi cosa fare se si hanno dei disturbi?
Prima di tutto contattare uno specialista magari un gastroenterologo per andare ad escludere patologie più importanti, una volta escluse queste iniziare una dieta ad eliminazione che prevede un eliminazione a ruota di alcuni alimenti per poi reinserirli, fino a quando si individua l’alimento che crea dei fastidi e quindi eliminarlo per un periodo di almeno 6 mesi. Nel caso dell’intolleranza al lattosio si può effettuare il ‘breath test’, una prova riconosciuta scientificamente che ci permette di sapere se si ha la mancanza dell’enzima lattasi. Per il resto fate attenzione a chi vuole “venderci” tanto fumo e niente arrosto.
Giorgio Sampieri biologo e nutrizionista
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