Stavolta, se permettete, parliamo d’Amore. Quel sentimento difficile da spiegare a parole. Finora ho avuto le idee chiare sull’incominciamento, quella sorta di attacco di febbre che ti fa capire quando ti sei cacciato nei guai (fall in love, cadere in amore, è l’espressione inglese per dire innamorarsi). A spiegarmi l’abbrivio è stato, tempo addietro, Gaetano. Appena sposato – parlo di 60 anni fa – era andato da solo a lavorare in Argentina, lontano dalla propria amata. Era arrivato a Buenos Aires solo da poche settimane, quando sul posto di lavoro una radio che trasmetteva musica italiana mandò in ondaIo che amo solo te di Sergio Endrigo, una delle più belle canzoni d’amore mai scritte. Immagino conosciate le parole: “C’è gente che ha avuto mille cose, tutto il bene, tutto il male del mondo. Io ho avuto solo te e non ti perderò, non ti lascerò, per cercare nuove avventure“. Gaetano lasciò tutto e tornò in Sicilia per stare accanto alla propria moglie. Mai più lontani l’uno dall’altra, da allora sempre insieme. Così, ho sempre pensato, comincia una vera storia d’amore. Quanto al congedo finale tra due veri innamorati non ho avuto fin qui storie esemplari che solo a raccontarle facessero capire com’è l’uscita di scena. Nella Cavalleria Rusticana, Turiddu promette a Lola, “c’hai di latti la cammisa“, di non entrare in paradiso se non troverà lei. Ma è un’opera lirica, non è la vita. A colmare il vuoto è stato Renzo Arbore. L’artista ha raccontato ai cronisti gli ultimi giorni passati accanto a Mariangela Melato (l’attrice scomparsa l’11 gennaio 2013) che era stato l’amore della sua vita. “Il giorno prima che morisse – ha ricordato Arbore – andai a trovarla nella clinica dov’era ricoverata e insieme cantammo una vecchia canzone degli anni ’40, mi pare si intitoli Americano non posso cantar. E lei era felicissima, perché si ricordava tutte le parole”. Ecco, vivere gli ultimi istanti accanto alla persona amata cantando assieme a lei una canzone: questo è l’Amore quando arrivano i titoli di coda.
