Che fine ha fatto “il Fantasma di Palazzo Bianchi”? Chissà se si sente ancora il tintinnar di catene che nel febbraio di due anni fa fece venire i sudori freddi a molti impiegati comunali. Il rumore era avvertito a tutte le ore della giornata in una stanza degli uffici della Polizia municipale di Adrano, il locale d’ingresso per anni utilizzato come sportello turistico. A notare per prime lo strano e, via via, sinistro fragore sono state le vigilesse di turno al desk dell’ufficio. La prima impressione è stata di un suono molto simile a quello provocato da una catena utilizzata per tenere legato un cane. Un controllo accurato nell’androne di Palazzo Bianchi ha escluso la presenza di un animale munito di guinzaglio “rumoroso”. A intervalli irregolari il suono delle catene è tornato più volte dentro quella stanza. Nitido, riconoscibile, come di anelli di metallo tirati a forza da qualcuno che tenta di divincolarsi. Al cambio di turno, un’altra vigilessa ha avvertito il tintinnio. L’ascolto chiaro dell’identico suono da parte di altre dipendenti del Corpo di Polizia municipale ha escluso che si trattasse di una suggestione. E a quel punto è scattata la paura.
L’allora sindaco Ferrante, infastidito dalle voci sulla presenza di un fantasma, impose la consegna del silenzio: nessuno poteva parlare o, semplicemente, ironizzare sul ‘Fantasma di Palazzo Bianchi’. Il fatto che non si dovesse parlare del fantasma, non vuol dire che altri strani rumori non siano stati avvertiti da allora. A quanti continuano a lavorare negli uffici distaccati di Palazzo Bianchi – la sede centrale è via Aurelio Spampinato – non è parso casuale che, dopo pochi mesi dall’insediamento, il sindaco D’Agate abbia deciso di lasciare Palazzo Bianchi per trasferirsi in una delle stanze del ‘tranquillo’ Palazzo di Città. Il sindaco conosce bene la storia del dirimpettaio del Castello Normanno e della Chiesa Madre. Sa che in tempi recenti è stato sottoposto a restauro e che, durante i lavori, in lacune stanze sotterranee del palazzo vennero trovati i resti di decine di corpi. Sono i morti sepolti nella residenza nobiliare, ammantata di mistero.
Il “Palazzo dei Bianchi” venne costruito nella seconda metà del 1400; nel 1568 ad Adrano venne fondata la locale Compagni dei Bianchi, composta dai maggiori esponenti della nobiltà cittadina, che si insediò nell’edificio e lo trasformò in un ospedale. Dal 1820 al 1859 venne utilizzato
come Monte di Pietà.
La proprietà dell’edificio è stata acquisita dal Comune dopo l’Unità d’Italia. Un’ala del palazzo è stata per molti anni sede della biblioteca comunale. Per una decina d’anni ha ospitato al secondo piano l’ufficio del sindaco e, al primo, i locali della Polizia municipale.