La ragazza americana stuprata a Catania da tre giovani arrestati dai carabinieri, in passato aveva subito una violenza sessuale in America, secondo quanto ha raccontato agli investigatori.
Forse dopo questo trauma subito, era nata l’idea di trascorrere un periodo lontano da casa e così aveva deciso di vivere un’esperienza in Italia come babysitter in una famiglia che l’aveva ospitata ‘alla pari’. Ma a meta’ marzo la terribile violenza subita dai ragazzi appena conosciuti e, dopo avere sporto denuncia, la decisione di lasciare l’Italia e di tornare nel suo Paese. Per questo motivo, temendo che diventi difficile processare i tre giovani indagati di violenza di gruppo, il procuratore aggiunto Marisa Scavo e il sostituto Andrea Ursino hanno deciso di chiedere al gip Simona Ragazzi che venga effettuato, almeno in questa fase delle indagini preliminari, l’incidente probatorio tra la diciottenne statunitense e i suoi violentatori alla presenza dell’accusa e dei difensori. “In questa fase del processo in cui vi è un reato molto grave – ha spiegato l’avvocato Mirella Viscuso del Centro Antiviolenza Galatea, che difenderà la vittima – è indispensabile cristallizzare la prova per le implicazioni di carattere psicologico che ha la vittima. E poi c’è il problema che col tempo alcuni dettagli possano essere dimenticati o rimossi”.