Sondaggio Demopolis, Regione non vuol dire fiducia: ma aumentano i siciliani che si fidano

Risale, ma resta bassa, la fiducia posta nella Regione dai siciliani, dal 12 al 18%, una crescita di 6 punti negli ultimi 12 mesi. “Un segno importante, sia pur in presenza di un valore che rimane ancora molto basso”, rileva l’Istituto Demopolis nella sua analisi sulla percezione dell’azione del governo regionale e sulle priorità dei siciliani per il 2019. Analisi che è stata commissionata dalla Presidenza della Regione. Dall’ascolto dei cittadini emerge una radicata insoddisfazione per la qualità dei servizi pubblici sul territorio, bocciati dal 73 per cento degli intervistati. E pesa la crisi che dal 2011 ha investito il Paese e il Mezzogiorno: il 45 per cento riscontra un peggioramento, negli ultimi 5 anni, della propria situazione economica familiare. “Segni positivi – afferma il direttore di Demopolis Pietro Vento – vengono ravvisati oggi nello sviluppo turistico dell’Isola e nel miglioramento della produzione agroalimentare. Negativo, per la maggioranza assoluta dei siciliani, è il bilancio dell’ultimo quinquennio sulle opportunità di lavoro, sullo sviluppo economico, sullo stato della viabilità e dei trasporti nell’Isola”. Dopo circa 15 mesi dall’insediamento, le opinioni positive sull’azione complessiva del governo si attestano al 38 per cento, con quasi un quinto degli intervistati che, per il momento, sospende il giudizio, dichiarando di ritenersi poco informato sull’attività dell’esecutivo regionale. Decisamente più alta, al 43 per cento, è la fiducia nei confronti del presidente Musumeci, con una tenuta non scontata dopo oltre un anno di governo, in un contesto “simbolico” di diffidenza complessiva: quella dichiarata in Nello Musumeci da parte dei siciliani è una fiducia “personale”, radicata e in lieve aumento rispetto al giorno dell’elezione a Palazzo d’Orleans. Particolarmente apprezzate sono state alcune recenti prese di posizione del presidente della Regione sullo stato delle infrastrutture e della viabilità nell’Isola contro Anas e Rete ferroviaria italiana o la denuncia sul dissesto idrogeologico. L’Istituto Demopolis ha misurato un altro dato significativo: la notorietà tra i siciliani dei componenti del governo regionale, che – con alcune eccezioni – risulta nel complesso piuttosto bassa. Accanto al presidente, risultano conosciuti dalla maggioranza assoluta dei siciliani tre membri della Giunta: Gaetano Armao, Ruggero Razza e Roberto Lagalla. Gli altri assessori risultano piu’ conosciuti nella propria area di appartenenza: Marco Falcone, in provincia di Catania, Toto Cordaro, nel Palermitano, Mimmo Turano, in provincia di Trapani, Bernadette Grasso, nel Messinese, Edy Bandiera, in provincia di Siracusa.

Quarto per notorietà è risultato l’assessore ai Beni culturali, Sebastiano Tusa, tecnico noto anche per le sue apparizioni da archeologo sulle reti nazionali. Significativi gli incrementi, rispetto all’insediamento, di Sandro Pappalardo (Turismo) e Alberto Pierobon (Energia e rifiuti). La valutazione sulla notorietà del neo assessore Antonio Scavone è anch’essa legata al bacino di provenienza (Catania), ma condizionata dalla sua recente nomina. Delle attività del governo regionale i siciliani ricordano spontaneamente alcune “uscite” del presidente Musumeci e apprezzano in particolar modo la scelta di avviare un’azione di rilancio della sanità siciliana e di investire sul sistema di viabilità nell’Isola. Altre importanti decisioni del primo anno di governo rimangono meno note, anche a causa di una precisa scelta di lavoro silenzioso e di basso profilo nella comunicazione, rivendicata dalla presidenza della Regione. Il massimo dell’apprezzamento lo conseguono, con il 68 per cento, i licenziamenti dei dipendenti pubblici assenteisti e l’incremento degli organici nella Sanita’ pubblica, indicato dal 63 per cento dei siciliani. Sei cittadini su 10 segnalano gli investimenti di messa in sicurezza del territorio contro il dissesto idrogeologico. Superano il 54 per cento di citazioni anche 3 interventi di respiro ambientalista: lo stop alla plastica negli stabilimenti balneari e al bollo per auto elettriche o ibride per tre anni, il nuovo piano rifiuti per l’incremento della differenziata. La maggioranza assoluta segnala positivamente anche l’avvenuta certificazione dei fondi Ue alla fine del 2018. L’85 per cento valuta negativamente le politiche di sviluppo del Sud attuate negli ultimi 10 anni dai governi nazionali: nelle convinzioni dei cittadini, il divario vero con il centro nord non è nel Pil, ma nella dotazione infrastrutturale della Sicilia e nella qualità dei servizi pubblici. Demopolis ha rilevato inoltre l’Agenda dei cittadini sugli interventi prioritari da attuare per il futuro dell’Isola: i siciliani chiedono politiche per l’occupazione, maggiore efficienza nella sanità regionale, investimenti per migliorare per la rete stradale e ferroviaria. La richiesta è che “si faccia qualcosa” per arrestare la fuga dal Mezzogiorno dei più giovani che non trovano spazio nel fragile tessuto produttivo locale. L’urgenza di interventi per l’occupazione e il lavoro, indicata dall’81 per cento, resta in testa alle priorità dei siciliani. Sette cittadini su 10 confermano l’attesa di una sanità pubblica più efficiente; il 67 per cento chiede investimenti per migliorare la rete stradale e ferroviaria. Si dimostra pregnante, per quasi 6 su 10, anche il nodo della gestione dei rifiuti. “Il 56 per cento dei siciliani – conclude il direttore dell’Istituto Demopolis Pietro Vento – chiede infine al presidente Musumeci una autentica svolta nella capacità di programmazione e gestione dei fondi europei, un segno concreto di innovazione e di cambiamento, rispetto al passato, nelle scelte e nella qualità degli interventi”.

Riguardo l'autore Redazione

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.