Per il nome d’arte ha scelto di troncare il cognome di famiglia: da La Russa a Larus. Si fa chiamare così il terzogenito di Ignazio La Russa, Leonardo Apache (sui nomi dei figli di La Russa, Fiorello ha costruito sketch esilaranti).
Ieri, intervistato da Radio Capital, l’attuale vicepresidente del Senato ha parlato del figlio dopo avere raccontato che da giovane non si è fatto mai una canna: “Non facevo il bigotto. Non mi sono mai fatto una canna. Tutti mi chiedevano ‘Ma di che ti fai?”
“Mio figlio fa il rapper per hobby, non ho voluto che si chiamasse La Russa e così lui ha accorciato il nome”.
Gli è stato fatto notare che nell’attacco di un brano il figlio rapper dice “sono tutto matto/sono tutto fatto” (nel brano ‘Sottovalutati’ che potete ascoltare guardando il video). “No, non è ‘fatto’ – ha spiegato Ignazio La Russa – il concetto di ‘fatto’ ha un significato diverso. Ora mi controllo la canzone. Non ricordavo questa strofa del ‘tutto fatto’. Comunque, i padri sono sempre gli ultimi a saperlo, ma se lo becco con la droga lo ammazzo”.
La Russa ha aggiunto che il figlio gli ha confessato la necessità di infarcire i testi con delle parolacce: “Gli ho chiesto perché? Lui mi ha risposto: papà, non sai un cazzo dei rapper. Io sono più liberale di quello che sembra. Ho le mie idEe e non voglio imporle a nessuno, neanche a mio figlio”.
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