Avete optato per la scelta di cuore o per l’ozioso disbrigo di una pratica sentimentale? Parlo di quel rituale (apprezzabile quanto noioso, come lo sono tutti i rituali quando diventano tali) di mandare sms di auguri con il telefonino ad amici e parenti sparsi in giro per il mondo (di solito i più lontani a Paternò, abitando ad Adrano). Ormai, tanto vale ammetterlo, ha preso piede la pessima abitudine di mandare lo stesso messaggio d’auguri a mille destinatari. Freddo e semi-anonimo (la firma c’è ma è come se un amico si presentasse a te scandendo il proprio nome e il cognome) quel bigliettino elettronico non sortisce alcun effetto. Sa di pensiero tolto (al pigro mittente, al quale ti vien voglia di rimuovere la scheda telefonica e, con un po’ di coraggio, anche l’amicizia) e di pratica archiviata. Tutta roba artefatta che nulla ha a che vedere con la sincerità di chi guardandoti negli occhi (va bene anche il collegamento via Skype o Face Time) ti chiama per nome e augura a te, ma proprio a te, ogni bene possibile. Fateci caso: quando mandate un messaggino di auguri in serie, la mano resta immobile a premeditare un’altra orazione di massa. Quando invece inviate un messaggio personalizzato, la stessa mano s’acquatta all’altezza del cuore. Significa che avete colto nel segno. Per questo si chiama sms: vuol dire “siate molto sinceri”.