La notte del terremoto di Santo Stefano, giusto pochi giorni fa, in tanti che abitano nei paesini del Catanese – dove la scossa di magnitudo 4.8 ha “bussato” forte – si sono presentati ai Pronto Soccorso degli ospedali in preda ad attacchi di panico. La paura li aveva precipitati in un’angosciosa sensazione di impotenza e ineluttabilità. Cosa fare in questi casi? A tornar bambini, si sopperisce allo spavento “artigliando” in un abbraccio mamma e papà. Ma gli adulti, noi adulti, come dobbiamo comportarci? Ci viene in aiuto una sorta di “vademecum anti-sisma” predisposto dallo psicologo catanese Salvo Noè, professionista ormai conosciuto nel mondo grazie al libro “Vietato lamentarsi” la cui parola d’ordine è tanto piaciuta a Papa Francesco che ha scritto la prefazione della seconda edizione.
“Dopo una forte scossa di terremoto – afferma lo psicologo Noè – è normale avere paura e momenti di ansia. Bisogna trovare rassicurazione parlando con amici e parenti. Le relazioni diventano fondamentali in questi momenti. Anzi è proprio in questi casi che si scopre l’importanza dei legami sociali e affettivi”.
Noè indica 4 regole semplici cui attenersi quando ciascuno di noi è alle prese con un terremoto e rischia di farsi prendere da un attacco di panico. Eccole:
1) E’ necessario imparare a respirare in maniera diaframmatica e profonda in modo da riuscire ad abbassare i livelli di adrenalina che il nostro cervello produce automaticamente in caso percepisca un pericolo.
2) Dovremmo, inoltre, evitare di esporci costantemente alle immagini che ci vengono proposte dalla televisione. Conoscere i fatti è necessario, ma la spasmodica ricerca di informazioni nella speranza di riuscire a ridurre l’ansia ci farà ottenere, inevitabilmente, l’effetto opposto e quindi la sensazione di minaccia sarà sempre più presente.
3) Se si hanno difficoltà nell’addormentarsi o avere frequenti risvegli, in questo caso una tecnica utile potrebbe essere quella di concentrarsi su un episodio bello della nostra vita e contare all’indietro da cento a zero. Dobbiamo assolutamente cercare di fermare il pensiero allarmante che ci farà sentire sempre più minacciati.
4) Se poi avete figli, trasmettete loro tranquillità con l’esempio, mantenendo la calma e cercando di portare anche loro a riprendere le attività normali (andare a scuola, vedere gli amici, fare sport, ecc.). Non nascondetegli le informazioni perché ne verrebbero comunque a conoscenza. Cercate piuttosto di spiegare loro che la televisione riporta casi eccezionali è quello che hanno visto non fa parte della normalità, proteggeteli dalla visione di immagini eccessivamente forti e ripetute. Per i più piccoli si può ricorrere anche alle favole. Inventate racconti che contemplino la terra che trema, che contemplino un lieto fine, cercando però sempre di trasmettere calma e gioco.
Se non si riesce a calmarsi, rivolgersi al personale medico.