Bologna, Firenze e Milano sono le città metropolitane ai primi posti per Benessere equo e sostenibile dei territori (BesT), l’indice pensato dall’Istat per valutare il progresso della società non soltanto dal punto di vista economico, ma anche sociale e ambientale.
Fanalino di coda di questa speciale classifica che mette a confronto 14 città metropolitane (in cui vive più di un terzo della popolazione italiana) è Reggio Calabria, con Roma che si piazza a metà classifica con valori molto contrastanti. In generale al Nord e al Centro gli indicatori sono sopra la media nazionale mentre al Sud sono inferiori con la sola eccezione di Cagliari.
Nel 2019, 2020 e 2021, ad esempio, Napoli ha avuto sempre i tassi di mortalità evitabile più alti degli altri capoluoghi metropolitani e Firenze sempre i più bassi.
Nel 2021 l’indicatore rileva uno svantaggio di 14 punti per Napoli (29,3 decessi per 10mila abitanti) rispetto a Firenze (14,9 per 10mila). Considerando l’insieme delle 62 misure provinciali di benessere relative agli 11 domini del Bes dei territori, sono Firenze, Milano e Bologna a distinguersi con oltre il 75% degli indicatori con valori sopra la media nazionale. Sono soprattutto alcuni indicatori dei domini Innovazione, ricerca e creatività e Qualità dei servizi a raggiungere in queste città metropolitane i valori più alti. Torino, Genova e Venezia mostrano percentuali di vantaggio leggermente inferiori, pari rispettivamente al 72,6 per cento, 67,7% e 59,7%. Tra le città metropolitane del Meridione, la quota più elevata di svantaggi si riscontra a Reggio di Calabria (79%), seguita da Catania, Napoli e Messina con percentuali superiori al 70% e Palermo e Bari poco sotto (67,7 e 64,5). Cagliari si distingue positivamente con una quota di vantaggi del 61,3%, superiore a quella di Roma (54%).
Dal confronto tra gli 11 domini del Benessere, il quadro più critico, per il complesso delle 14 città metropolitane, emerge nel dominio «Ambiente», dove circa due terzi degli indicatori si attestano su livelli di benessere inferiori alla media nazionale.
Al contrario, i maggiori punti di forza si concentrano nel dominio «Qualità dei servizi», con due terzi degli indicatori con valori superiori alla media italiana. Il dominio «Istruzione e formazione» evidenzia i contrasti più marcati, presentando una distribuzione equilibrata tra posizioni di vantaggio (poco più della metà degli indicatori) e situazioni di svantaggio (poco meno della metà).