Tv, dal 26 dicembre torna ‘Squid Game’ su Netflix: l’Italia ‘partecipa’ con Puccini e Bocelli

Tv, dal 26 dicembre torna ‘Squid Game’ su Netflix: l’Italia ‘partecipa’ con Puccini e Bocelli

Sulle note di `Way Back then´, colonna sonora della serie, una voce chiede di prendere rapidamente posto «altrimenti le guardie dovranno intervenire» e poi scatta il conto alla rovescia.

E’ l’inizio della conferenza stampa di presentazione della seconda stagione di `Squid Game´ al Lucca Comics & Games, apprezzatissimo dai fan della serie cult coreana uscita ormai tre anni fa e che presto tornerà su Netflix con i nuovi episodi. Prima del ritrovo in piazza San Michele dedicato a cosplayer e fan, al Teatro Puccini, sono stati accolti il regista e creatore della serie, Hwang Dong-hyuk, e gli attori Lee Jung-jae e Wi Ha-jun, per sviscerare contenuti e anticipazioni delle puntate che usciranno a partire dal 26 dicembre, mentre la terza e ultima stagione è attesa per il 2025.

«Speravo fosse un successo ma non mi aspettavo una risposta del genere in tutto il mondo, a volte mi chiedo se sto sognando oppure se è realtà», ha esordito il regista entusiasta per la popolarità della sua creazione diventata un fenomeno globale.

«La prima stagione parlava del giocatore 456 e della sua sopravvivenza mentre la seconda si concentra sui ricordi riguardanti quel gioco ed è anche una sorta di ritorno a giocare per provare a fermare il sistema», ha proseguito Hwang Dong-hyuk regalando anche qualche anticipazione.

«Nella nuova stagione il protagonista torna sull’isola, i luoghi saranno familiari ma più belli e freschi, come il dormitorio e le scale che sono ancora presenti; quindi luoghi già incontrati ma con nuovi giochi, più intricati, ma anche con sfondi molto più belli», aggiunge sottolineando le novità del set. E per il pubblico italiano svela una chicca: «Ho usato due canzoni italiane: una è di Puccini, è l’aria di una famosa opera lirica utilizzata nel primo episodio, e la seconda è una canzone di Andrea Bocelli `Time to say goodbye´ (versione inglese di `Con te partirò´, ndr)». Molte le domande che il regista e il protagonista dicono di aver ricevuto sulla scelta di tingere di rosso i capelli del protagonista al termine della prima stagione, «un segno di coraggio», risponde l’attore Lee Jung-jae, il giocatore 456 della serie diventato un simbolo per la sua tenacia. «Sono ispirati ad un libro di fumetti che mi piace molto», ha aggiunto il regista riferendosi a Slam Dunk, volendo testimoniare con un cambiamento evidente l’impossibilità per il personaggio di tornare ad una vita normale dopo le avversità vissute nella prima stagione. La trama di Squid Game infatti ruota attorno a un gruppo di 456 persone che per diversi motivi versano tutte in condizioni economiche disastrose e si ritrovano a gareggiare mettendo in pericolo la propria vita per impossessarsi di un elevatissimo montepremi. Tramite l’espediente del gioco perverso come «specchio della società», si presentano così al pubblico diversi dilemmi sociali ed esistenziali come il conflitto tra umanità e avidità. Il regista ha voluto «mostrare come la società capitalistica promuova un sistema competitivo che porta ad un divario di ricchezza. Non voglio dare risposte – spiega – ma l’opportunità di riflettere e chiedersi in che mondo stiamo vivendo e magari pensare ad un modo per cambiarlo», prosegue Hwang Dong-hyuk augurandosi che i nuovi episodi siano fonte di una più profonda discussione.

«Per noi, in Corea, ci sono voluti circa 40, 50 anni per rinascere dalle ceneri della guerra come una delle economie più forti del mondo e per raggiungere questo risultato abbiamo dovuto sacrificare moltissimo – spiega il creatore di Squid Game – fare grandi sforzi, attraversare caos, confusione e conflitti. Voi ci avete messo due o tre secoli per creare questa società capitalistica, la nostra è più vulnerabile e coloro che sono stati abbandonati ora sono un problema da affrontare», conclude il regista citando il premio Nobel Han Kang che «ha portato tutto il dolore e la contraddizione della società coreana nei suoi lavori creativi». Al termine dell’evento alla domanda se ci sarà un adattamento americano di Squid Game diretto da Fincher e se potrà funzionare in un contesto diverso da quello coreano, il regista risponde senza risentimento: «Ho visto l’articolo di Deadline, sono molto curioso anche io ma non penso sia ancora ufficiale. Come regista e creatore rispetto Fincher, amo il suo lavoro, quindi uno spinoff sarebbe fantastico. Sono troppo generoso? Si tratta di espandere il proprio universo che però resta sempre una mia creazione».

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