A Paternò ieri sera, a poche ore dall’inizio della seduta, il Consiglio comunale è stato revocato in autotutela da parte del suo presidente, Marco Tripoli.
Alla base delle decisione una presunta convocazione illegittima di quest’ultima per violazione di un articolo dello statuto comunale. La revoca di Tripoli è stata accompagnata da un parere legale chiesto dal sindaco Nino Naso nonché da una lettera dello stesso sindaco paternese indirizzata al presidente.
La seduta consiliare di ieri sera era aperta alla città in forma urgente e straordinaria ed era stata richiesta da 8 consiglieri di Fratelli d’Italia. Punto all’ordine del giorno “tutelare e salvaguardia l’immagine della città”. Fratelli d’Italia avrebbe dovuto presentare nel corso della seduta la mozione di sfiducia verso il sindaco. Il capogruppo consiliare di Fratelli d’Italia Alfio Virgolini ha informato dell’accaduto i vertici provinciali e regionali del partito. Gli stessi consiglieri comunali del partito di Giorgia Meloni, assieme ad altri militari del partito nonché ad esponenti del Partito Democratico che erano stati invitati alla seduta hanno messo in atto una sorte di sit-in dinanzi al Palazzo Alessi sede del consiglio comunale. Sulla vicenda è intervenuto il coordinatore comunale di Fratelli d’Italia Angelo Calenduccia: “Vergognoso bavaglio- dicono Fratelli d’Italia-Il presidente del consiglio Marco Tripoli si sottomette totalmente alle velate minacce del sindaco. Un presidente del consiglio che ricordiamo dovrebbe essere super partes e che è invece completamente piegato alle sue volontà. Prima convoca il consiglio comunale (convocato a questo punto in maniera imprudente) e poi ritorna sui propri passi dopo la nota del primo cittadino.
A Paternó non si è mai raggiunto un livello così basso e negare anche la possibilità di un confronto democratico rappresenta una vera e propria vergogna che sarà rappresentata a tutti gli organi competenti. Ritorneremo presto in consiglio comunale per stanare chi ama davvero la nostra città da chi ancora la violenta nella maniera più misera possibile”.
Pronta la replica del Movimento per l’autonomia che difende l’operato del presidente Marco Tripoli :
“Nessuna minaccia dal sindaco né alcuna imprudenza hanno ispirato la condotta del Presidente del Consiglio Comunale che, con grande senso di responsabilità istituzionale, ha deciso di revocare il Consiglio previsto per oggi. Questo anche a seguito della nota del sindaco che, supportata da un parere legale piuttosto argomentato, ha indotto lo stesso Presidente del Consiglio a revocare il Consiglio comunale per maggiori approfondimenti che vanno soprattutto a tutela di tutti i consiglieri. Nei prossimi giorni ci confronteremo con tutte le forze consiliari perché si pervenga ad una seduta appositamente dedicata ai temi che una parte politica ha posto all’ordine del giorno, definendo quelle che sono le modalità consentite dalle norme regolamentari del Consiglio Comunale”.
Duro il commento del Circolo PD: “Il presidente del consiglio chiude il portone di palazzo Alessi e lascia tutti in piazza.
Il consiglio comunale aperto che sarebbe stato un essere un momento di confronto tra le istituzioni e la città. Uno spazio di libertà, trasparenza, democrazia. E invece il sindaco ed il Presidente del consiglio comunale cosa fanno? Annullano, con un gesto prepotente, la seduta. Una città totalmente allo sbando, su cui pende il rischio di scioglimento per mafia della sua amministrazione, viene presa a calci in faccia da continui e ripetuti abusi di potere. Il rischio che stiamo correndo è altissimo e per questo, nelle prossime settimane, chiederemo a tutte le donne e gli uomini di buona volontà di scendere in piazza. Ciò che è avvenuto, è un fatto gravissimo. Per questa ragione chiediamo, ancora una volta, l’intervento del Prefetto. Signor Sindaco e diretti interessati , nessuno di noi vuole fare sciacallaggio su questa triste vicenda ed anzi ci auguriamo e vi auguriamo con tutto il cuore che possiate dimostrare la vostra completa estraneità perché ciò rappresenterebbe, oltre che una riabilitazione di immagine personale, anche e soprattutto la cancellazione di un’onta per l’intera Città . Nessuno accusa nessuno, sono bensì i magistrati che dicono determinate cose , che emettono provvedimenti e la Città è completamente paralizzata e stordita . Questo è l’aspetto che ci interessa e non quello personale , è il blocco totale di ogni attività con questa cappa ingombrante che opprime Paternò tutta il dato politico rilevante . A nulla valgono le esternazioni al grido “la mafia fa schifo”, a nulla vale nominare un Assessore alla legalità, a nulla vale il walzer di assessori che continua come se nulla fosse successo , a nulla vale il passaggio di casacca di consiglieri comunali che si accasano altrove alla ricerca di verginità, a nulla vale gridare in consiglio e poi approvare senza colpo ferire il bilancio , a nulla vale strombazzare la voglia di una mozione di sfiducia se poi si tentenna e si fanno calcoli con il bilancino . Sindaco, Assessori, Consiglieri Comunali , abbiate uno scatto di orgoglio personale e pubblico , liberate Paternò, fate in modo di ridare la parola alle urne affinché siano i Cittadini a giudicare e non gli intrecci di Palazzo “.
Il presidente del Consiglio si firma come dottore avendo comprato, profumatamente, il titolo ma non è riuscito a far conoscere a tutti la propria ignoranza, se andate a vedere il cv quando era all’acquedotto comunale di definiva come STRAPAZZIERE IMPACCATORE,AUTISTA MEZZI PESANTI, POTATORE E VARIE E INFINE MAGAZZINIERE. Siamo ancor di più nelle mani di nessuno.
Poi ha fatto il salto di qualità essendo stato assunto all’asl di Catania. Infatti adesso il dottore è un dipendente in aspettativa dell’asl di Catania con lo stipendio di sindaco di euro 3600